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«Thiago Motta, un dispiacere»

Arno Rossini: «Moscio, freddo, mai convincente: il brasiliano ha fallito»
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«Thiago Motta, un dispiacere»
Arno Rossini: «Moscio, freddo, mai convincente: il brasiliano ha fallito»
«Se oggi siedi in panchina devi sapere di calcio, ma soprattutto essere un grande comunicatore».
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TORINO - I dirigenti hanno fatto scelte tremende, l’allenatore ha fatto grande confusione, i giocatori non hanno reso quanto avrebbero potuto. 

Alla Juventus niente ha funzionato. E, come sempre nel calcio, ha pagato solo il mister. L’anello debole della catena. 

In questo caso però, forse, il tecnico è stato pure quello che ha commesso gli errori più grandi.

«Thiago Motta sa di calcio e sono sicuro che diventerà un grande allenatore, a Torino però ha fallito - è intervenuto Arno Rossini - e non parlo dei tanti cambi di formazione o dei giocatori utilizzati in più ruoli».

Se non sbagli la tattica…
«Oltre che capire di pallone, se siedi in panchina oggi devi essere un grande comunicatore. È indispensabile. Nei vari corsi per l’abilitazione alla professione, l’aspetto comunicativo occupa ormai una parte importante del programma. Devi saper parlare con le persone, all’interno come all’esterno della società».

E in questo Motta ha fatto male.
«Ha dimostrato di avere grosse carenze. L’ho visto moscio, freddo, mai convincente, raramente in grado di trasmettere qualcosa. Se vuoi essere un mister “top” non puoi permetterti di fermarti alla preparazione della partita o agli aspetti tecnici». 

Insomma, devi essere furbo.
«Se vogliamo dirla così. Ma in fondo è vero. Devi proteggere il gruppo, spingerlo, convincerlo che può giocare in un certo modo e raggiungere certi obiettivi. Devi essere un po’ affabulatore. Fatih Terim, uno che su qualche panchina si è seduto (il 71enne turco allena quasi ininterrottamente dal 1987, ndr), diceva che l’allenatore è un bravo attore. Che recita una parte in base alla persona che si trova di fronte. È così, non c’è niente da fare. Devi anticipare le eventuali critiche invece che subirle».

Quello di Motta è dunque stato un fallimento su tutta la linea?
«Se la squadra non ti segue e anche i tifosi ti criticano fino ad arrivare a lasciare anticipatamente lo stadio… E, lo ripeto, dico questo con dispiacere perché sono convinto che Thiago abbia le conoscenze per fare una bella carriera. Ora per lui sarà dura, nonostante la Juve gli garantirà praticamente 10’000 euro al giorno per i prossimi due anni e mezzo. Dovrà magari fare un passo indietro e, per ripartire, trovare una società come era il Bologna».

A Torino c’è Tudor.
«Igor porta tanta juventinità, che non è un male in quell’ambiente, ma anche esperienza. Il croato ha già dimostrato di saper far bene, di riuscire a ottenere buoni risultati in diverse piazze. A Verona per esempio, ma anche a Marsiglia e a Roma con la Lazio. Deve riportare un po’ di ordine. Dicono sia un sergente di ferro, in una situazione del genere è quello che serve».

Centrasse l’obiettivo Champions e, magari, facesse anche bene al Mondiale per club, potrebbe essere confermato.
«Per me le possibilità che sia ancora sulla panchina bianconera all’inizio della prossima stagione sono prossime allo zero». 

Il direttore sportivo cercherà un tecnico di primissima fascia?
«Giuntoli? Deve stare attento. Quando è arrivato a Torino la società gli ha chiesto di ridurre il monte ingaggi e di ottenere dei risultati sportivi. Il primo obiettivo lo ha centrato, il secondo invece no. Ed è lui che ha scelto Thiago Motta. Diciamo che il suo credito è finito: dovesse sbagliare ancora, la sua avventura in bianconero finirebbe molto, molto, velocemente».

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