Bruno Martignoni si è espresso in merito alla sfida imminente fra elvetici e azzurri: «Bisognerà scendere in campo concentrati al 100%».
Nella sua carriera da calciatore il 31enne ticinese ha conquistato i Mondiali U17 nel 2009 insieme a Xhaka e Rodriguez. «È incredibile che riescano ancora a esprimersi ad altissimi livelli».
BERLINO - Manca davvero poco alla super sfida fra Svizzera e Italia, valida per gli ottavi di finale di Euro 2024 (ore 18).
Si tratta indubbiamente di un match molto sentito soprattutto in Ticino. «La tensione aumenta gradualmente, ma sono davvero fiducioso per la nostra Nazionale», sono state le parole dell'ex calciatore ticinese Bruno Martignoni. «Sono dell'idea che questa volta si possa sognare e che le possibilità di passare il turno siano molto alte, la Svizzera è favorita. L'Italia è sempre una squadra molto ostica, ma ha cambiato l'allenatore nel corso delle qualificazioni e ha di conseguenza appena iniziato un nuovo ciclo. Nel girone non ha inoltre convinto pienamente e il gruppo attuale è composto da tanti giovani, sono infatti pochi i giocatori della rosa che hanno vinto l'ultimo Europeo. Dal canto loro gli elvetici hanno invece dimostrato di essere molto solidi, forti e bilanciati in tutti i reparti. Il gruppo è coeso ed è composto da leader non ancora a fine carriera e nel pieno della loro maturazione, così come da giovani già affermati. Coach Yakin può inoltre disporre di cambi perfetti, visto che le riserve sono considerate allo stesso livello dei titolari e chi entra può fare la differenza. È questa la vera forza della Svizzera».
La nostra Nazionale è imprevedibile perché ha tante frecce al proprio arco, mentre l'Italia è imprevedibile ma solo perché è ancora alla ricerca della propria identità e resta un po' un'incognita. «Non sarà semplice capire come gli azzurri interpreteranno la partita, ma nello stesso tempo sarà difficile anche per Spalletti prendere le dovute contromisure. I rossocrociati hanno infatti tante peculiarità, poiché non hanno nessun timore di fare pressing alto, difendono bene e prendono iniziative. Si tratta indubbiamente di un bel mix, ma bisognerà scendere in campo concentrati al 100% e partire subito molto forte, perché se gli italiani iniziano a prendere fiducia possono diventare pericolosi. Aebischer? Gioca, segna, fornisce assist, può occupare qualunque posizione in campo e alla fine risulta sempre uno dei migliori. Speriamo che continui in questa direzione».
Nella sua carriera da calciatore, Martignoni - che ha appeso le scarpette al chiodo nel 2022 - ha difeso i colori di Cagliari, Locarno, Aarau, Servette, Lugano, Chiasso e Bellinzona, mentre con la Nazionale svizzera U17 ha conquistato i Mondiali di categoria nel 2009, insieme a Granit Xhaka e Ricardo Rodriguez. «È incredibile che riescano ancora a esprimersi ad altissimi livelli e Xhaka ha addirittura disputato la migliore stagione della sua carriera. La squadra attuale è stata costruita proprio su loro due più di un decennio fa e in seguito sono entrati nel giro della Nazionale anche i vari Widmer, Freuler, Shaqiri e Schär, calciatori che giocano ormai insieme da tantissimo tempo. Il grosso del gruppo ha infatti già preso parte almeno a due Europei e a un Mondiale. Akanji? È il leader tecnico della Svizzera. Negli ultimi anni è anche diventato un punto fermo del Manchester City e ha iniziato a vincere tantissimi trofei. È in continua crescita, ha ancora un certo margine di miglioramento e negli anni diventerà sicuramente sempre più importante nello spogliatoio».
Come giudichi questa prima parte di Europeo? «Ho visto tante partite interessanti e non avevo mai assistito a una rassegna continentale così bilanciata, anche perché non esistono né le squadre materasso né le cosiddette schiacciasassi. Singolarmente alcune compagini come Francia e Inghilterra hanno dei grandissimi giocatori, ma hanno finora deluso a livello di collettivo. L'unica formazione che ha rispettato le previsioni è la Spagna, mentre l'Austria - inserita in un girone di ferro - mi ha stupito molto. È un Europeo affascinante, tutte le gare possono regalare spettacolo e mi aspetto anche qualche sorpresa».