Angelo Renzetti elogia la Svizzera: «Occupano la metà campo degli avversari con una disinvoltura mai vista prima. Occasione unica»
«Il fallimento degli azzurri? Deriva da una mentalità generale che c'è in Italia. Pensano che tutto sia dovuto, ma al giorno d'oggi il calcio non funziona più così».
LUGANO - La Svizzera è sin qui la grande sorpresa dell'Europeo tedesco. Non tanto per i quarti di finale raggiunti, arrivati anche tre anni fa a Euro 2020, bensì per il gioco espresso ma soprattutto per la personalità con cui è scesa in campo con Germania e Italia. E il nostro percorso non è ancora finito, anzi... All'orizzonte c'è la partita contro la sin qui claudicante Inghilterra.
Angelo Renzetti – oltre che fare per molti anni il presidente del Lugano – ha sempre apprezzato il bel calcio, ammirandolo da diverse angolature. Sulla Svizzera l'ex numero 1 bianconero non ha potuto fare altro che esprimere parole d'elogio. «Ho letto un'intervista a Xhaka che mi ha fatto riflettere molto. Si vede che ora c'è un ambiente sano in seno alla Nazionale: si parlano, si aiutano e finalmente questa Nazionale è diventata una squadra. Inoltre l'avvento di Contini in panchina, sotto l'aspetto tattico, ha senza dubbio aiutato. Avete visto con che personalità ora gioca la Svizzera? Occupano la metà campo degli avversari con una disinvoltura mai vista prima. Sì, in questo gruppo c'è un'enorme consapevolezza dei propri mezzi, grazie anche al fatto che alcuni elementi giocano in campionati importanti. Con ruoli da protagonisti».
Quanti meriti ha Murat Yakin?
«Ne ha tanti, senza dubbio... Ha gestito la buriana in modo intelligente, facendosi scivolare addosso le ire e le critiche. Questo non è da poco. Solo persone con un certo temperamento e una certa forza sono capaci di passar sopra a certe burrasche. E poi è stato intelligente a prendersi un secondo come Contini... ».
Quindi anche un assistente può essere importante nell'economia di una squadra?
«Assolutamente sì, tutto lo staff è importante. Credo che tatticamente non abbiamo mai visto una Svizzera così coraggiosa e ben messa in campo. Sono una squadra in tutto... Questo è ciò che è mancato all'Italia...».
Ecco, appunto. Come giudicare il fallimento degli azzurri?
«Deriva da una mentalità generale che c'è in Italia, fra tutte le componenti. Compresi i giornalisti. Pensano che tutto sia dovuto, ma al giorno d'oggi il calcio non funziona più così».
Un problema del genere non lo risolvi dall'oggi al domani, serviranno anni...
«Sì, sono convinto che ci vorranno anni. Anzitutto perché non vedo dei campioni all'orizzonte o dei giocatori con personalità importanti. Queste situazioni si risolvono anche grazie a dei trascinatori e oggi non ne vedo... In Germania hanno preso una bella mazzata ma non va dimenticato che l'Italia ha mancato il Mondiale due volte di fila e rischia seriamente di fallire la qualificazione una terza volta. Non può vivere sugli allori solo perché ha vinto l'Europeo tre anni fa. Spalletti? Dalle dichiarazioni che ha fatto non mi sembra molto in chiaro. Roberto Mancini, pur essendo campione europeo, si è mosso in anticipo perché ha capito che non c'era più nulla da prendere con questa Nazionale».
I giocatori non riescono a venir fuori da questo “sistema”?
«Vengono influenzati mentalmente, guadagnano un sacco di soldi, pensano di essere già dei fenomeni senza che abbiano ancora fatto nulla. Lo dico perché l'ho constatato personalmente a Lugano con alcuni giocatori italiani che avevamo preso. In un mondo in cui si viaggia sempre più con le tattiche, la testa, la voglia di fare, questi atteggiamenti sono precari e non aiutano nessuno. I soldi che guadagni non vanno in campo. Purtroppo nell'Italia vista all'Europeo non c'è nessuno che ha fatto il suo dovere, eccetto il portiere».
Tornando alla Svizzera, con l'Inghilterra può farcela?
«Se fossi la Svizzera non avrei paura dell'Inghilterra. Semmai, avrei timore delle individualità di alcuni dei suoi giocatori. Come gioco la Svizzera è solida, loro hanno tre-quattro elementi che singolarmente possono affossarti con una giocata. L'opportunità che c'è quest'anno è unica, sarebbe bello approfittarne».