«Southgate non ha ancora capito: come Spalletti con l’Italia, gira la ruota cercando l’incastro giusto»
Arno Rossini: «Olanda interessante ma senza campionissimi, nonostante a volte qualcuno si comporti come tale».
DORTMUND - Contro la Svizzera, all’Inghilterra è andata bene. Non ha rubato nulla, sia chiaro; ha però fatto pochissimo per vincere. Si è salvata in un paio di occasioni e poi ha fatto en plein ai rigori. Risultato? Ha allungato la sua avventura all’Europeo e ha guadagnato il diritto di sfidare l’Olanda (questa sera, ore 21) e contenderle l’accesso alla finale di domenica.
«C’è ancora tanto rammarico - ha ammesso Arno Rossini - ma questo è il calcio. Se non sei una big e vuoi andare avanti, non puoi permetterti errori. La Svizzera li ha commessi ed è tornata a casa».
L’Inghilterra è una big ed è ancora in gioco.
«Ha più qualità rispetto alla Nazionale, anche se a livello di gioco fino a questo punto non ha certo entusiasmato. Sta viaggiando con il freno a mano tirato».
Non crea molto ma rischia pure poco.
«In questo torneo, ne sono certo, alla fine la differenza la farà il coraggio. Quello di osare, quello di provarci. L’Inghilterra sta pensando prima di tutto a non prenderle e, cosa più grave, lo fa senza un’idea di gioco precisa. Deve essere chiaro, non esiste la tattica che ti fa vincere sicuramente: non è scritto da nessuna parte che con un match d’attacco il successo è assicurato. Quello che è però praticamente certo, è che una difesa passiva non porta a nulla. Vuoi trionfare? In qualche modo devi mettere in difficoltà il tuo rivale. Poi puoi farlo mantenendo a lungo il possesso palla, difendendoti con attenzione per poi ripartire, pressando alto, puntando su un ariete e quindi su un gioco che si sviluppa sulle fasce o con tanti calciatori tecnici... Le vie sono infinite».
E quale strada hanno preso i britannici?
«Nessuna. Southgate non ha ancora capito come far rendere al massimo i suoi. Sembra stia facendo come Spalletti con l’Italia: gira la ruota cercando l’incastro giusto. Non lo ha trovato e questa sua incertezza ha spinto la selezione a essere slegata. I reparti si muovono senza armonia, sono legnosi. Rischia poco dietro? Sì, ma in zona offensiva fa fatica: se non ci fossero le invenzioni dei singoli…».
Tutto ciò per dire che la favorita per il passaggio del turno è l’Olanda?
«No, che l’Inghilterra potrebbe fare molto di più invece è “solo” una squadra normale. L’Olanda gioca meglio, ma non è la mia favorita».
Cosa le manca?
«La continuità. L’umiltà. La rosa oranje è interessante, sicuramente di alto livello; campionissimi però non ne ha. Nonostante ciò a volte qualcuno si comporta come tale e smette di spingere al massimo».
Un peccato mortale?
«Se sei superficiale o se non rimani concentrato dal primo all’ultimo minuto, a questi livelli la paghi a caro prezzo. Mettiamola così, tra Inghilterra e Olanda passerà quella che saprà meglio mascherare le proprie pecche, quella che saprà andare oltre i propri limiti nonostante la posta in gioco altissima. I britannici, se finalmente decideranno di osare; i tulipani, se sapranno rimanere sempre sul pezzo».