Arno Rossini: «La festa alla Svizzera? Esagerata»
«Polemiche e brutture? Con i campionati»
BERLINO - Le foto della festa della Spagna sono quelle che finiranno sulla copertina dell’Europeo appena concluso. Ovvio e giusto così: vincere dà sempre visibilità infinità. Vale la gloria eterna.
Oltre al successo di Morata e compagni, il mese tedesco è però stato molto altro. È stato, tra le tante cose, lo sconforto dei giocatori del Belgio per l’ennesima occasione sprecata, la gioia di quelli della Georgia per la qualificazione agli ottavi di finale, il disgusto dell’Italia tutta per la figura fatta dagli Spalletti-boys e il disappunto degli ucraini per un’eliminazione per differenza reti. E potremmo continuare a lungo.
«È stato pure il trasporto con il quale i tifosi, di qualsiasi nazionalità, hanno seguito le partite, le hanno addirittura vissute - è intervenuto Arno Rossini - Se devo indicare l’immagine che mi “rimarrà” dall’Europeo, scelgo quella della festa».
Delle Furie rosse?
«No. Parlo di una sensazione. Quella provata durante tutto il torneo. Dal primo all’ultimo giorno l’atmosfera attorno alla kermesse è stata incredibile. Lo spettacolo del campo è stato reso più ricco da quanto accaduto fuori. La felicità dei tifosi, l’invasione pacifica delle città, i canti, i balli… È stato un mese eccezionalmente sereno. Positivo. Gioioso. Bellissimo».
Per una volta le polemiche che solitamente accompagnano il calcio non si sono quasi sentite.
«E questo proprio per effetto della serenità sottolineata. Ci sono stati episodi dubbi e proteste, certo, ma raramente si è dato loro troppo peso. E comunque se ne è parlato il giusto: tempo uno-due giorni e gli strascichi erano già terminati».
Forse il pallone è diventato maturo.
«Non penso proprio. Per le polemiche e le brutture, vedrete, basterà attendere che ricomincino i vari campionati nazionali o le coppe continentali. No, l’Europeo è stata una parentesi. Bella, goduta, difficilmente ripetibile».
L’immagine di festa si può legare anche alla notevole Svizzera di Murat Yakin.
«La celebrazione zurighese al momento del rientro è stata forse esagerata: in fondo i rossocrociati non sono riusciti a fare un’impresa. Non hanno raggiunto quella semifinale che, per quanto mostrato in campo, sarebbe stata possibile. La Nazionale ha tuttavia saputo riempire le piazze e far innamorare anche il più freddo dei tifosi. Ha fatto sussultare pure quelli avversari. Un po’ di merito per le bellezze tedesche le va dunque riconosciuto».