Arno Rossini: «C’è chi tenterà di usare lo spagnolo come slot machine»
«Un ragazzo da proteggere».
BARCELLONA - Ha vinto, ha convinto, ha incantato. All’Europeo è nata una stella: Lamine Yamal. Il fresco 17enne era già conosciuto da tanti appassionati; le recite tedesche lo hanno però fatto divenire un’icona a livello globale. Giovanissimo, fortissimo, anche semplicissimo… almeno questa è l’immagine che dà di sé.
«Uno come lo spagnolo salta fuori ogni 20-30 anni - è intervenuto Arno Rossini - Ha una spontaneità del gesto incredibile, rarissima, propria solo di chi è nato già calciatore. Ci ho pensato un po’ e sinceramente non ne ricordo un altro così forte a quell’età. Potrei dire Messi, anche se effettivamente i due sono diversi: hanno entrambi grande velocità di esecuzione, ma lo spagnolo è alto e ha leggerezza nella corsa, l’argentino è invece brevilineo e imprendibile nello “stretto”».
Campione a 17 anni. Il futuro è nelle sue mani.
«Per quanto già fortissimo, è ancora acerbo e contemporaneamente splendido da vedere. A quell’età, nonostante il livello già molto alto, ha infatti ancora ampi margini di miglioramento. Con la ripetizione, il gesto tecnico è d’altronde sempre migliorabile. Per quanto riguarda l’aspetto tattico invece, è già in grado di leggere benissimo il gioco. Per questo in futuro potrebbe anche cambiare ruolo. Tornando a Messi, potrebbe un po’ accentrarsi e muoversi tra le linee come fà il sudamericano».
Una volta tagliato, un diamante grezzo può diventare una pietra di inestimabile valore.
«Per quello che ha mostrato e tenuto conto del fatto che ha davanti a sé 20 anni di carriera, lo spagnolo può riscrivere la storia del calcio. Può arrivare a vincere 7-8 volte il Pallone d’Oro. Attenzione però, oltre alla sua crescita in campo, perché questo accada a Barcellona dovranno lavorare molto sulla sua crescita personale. È un calciatore? Sì, ma fisicamente e tecnicamente può e deve progredire. È un uomo? No. E per gestire un ragazzo del genere serve grande sensibilità: va trattato come un giovane che da un anno a questa parte ha visto la sua vita stravolta».
Andrà coccolato?
«Protetto. Chi lo affiancherà - e a Barcellona sono molto bravi, lo hanno già fatto con Messi - dovrà evitare che sia raggiunto dalla tossicità dell’ambiente che lo circonda».
Non è tanto il rettangolo verde…
«Esatto. A preoccupare è l’extracalcio. Dovranno fargli capire in fretta che non potrà mai vivere una vita normale, nemmeno uscire per prendersi un gelato, e che molti di quelli che lo circonderanno potrebbero avere pessime intenzioni».
Sfruttarlo?
«Succhiargli il sangue. Fare le sanguisughe insomma. Oppure usarlo come slot machine. È un privilegiato e potrà avere tutto. Attorno a lui, finché non sarà adulto, i suoi cari e il club dovranno in ogni caso essere bravi a costruire un recinto. Per tutelarlo, come calciatore e uomo».