L'inossidabile Goran Bezina disputerà con il Sierre la 23esima stagione da professionista: «Sto bene, perché smettere?»
«Coronavirus? Mi sono davvero reso conto che bisogna sfruttare ogni momento e non trascurare nessuno, perché non si sa mai cosa può succedere da un giorno all'altro»
L'ex capitano del Ginevra Goran Bezina non vuole proprio saperne di appendere i pattini al chiodo.
Il difensore 40enne ha infatti recentemente prolungato il proprio accordo con il Sierre per un altro anno e disputerà così il 23esimo campionato da professionista della sua carriera. «Finché ho voglia, finché il corpo tiene e finché qualcuno mi vuole, perché smettere?», è intervenuto proprio Bezina. «Sarebbe in ogni caso stato un peccato terminare la mia carriera dopo una stagione del genere, visto che ci siamo piazzati noni in regular season e avremmo dovuto giocare i playout. Il Sierre era comunque al primo anno in Swiss League dopo tanto tempo e ci siamo comportati degnamente, visto che la maggior parte dei miei compagni non aveva nessuna esperienza in Lega Nazionale».
E tu potrai continuare ad aiutare i giovani del gruppo a crescere... «È un piacere mettere a disposizione dei più giovani l'esperienza accumulata in tutti questi anni, così come contribuire a tenere unito lo spogliatoio e aiutare il Sierre a crescere. Nella prossima stagione con i pre-playoff ci sarà anche una possibilità in più per fare parte delle migliori otto. Vogliamo tornare ai fasti di un tempo, ma chiaramente ci vuole pazienza, dato che la società ha deciso di puntare sulla continuità e sull'evoluzione dei giovani. Il gruppo resterà grossomodo lo stesso, per cui sarà più semplice. Dobbiamo proseguire in questa direzione ma c'è ancora molto lavoro da fare».
Cosa ne pensi della formula delle 13 squadre in Lega Nazionale a partire dal 2021/2022? «È un discorso delicato, perché penso che soprattutto in Swiss League il campionato sia diviso in due e c'è una grande differenza fra le squadre forti e quelle più deboli. C'è carenza di giocatori svizzeri e per alcune formazioni è già difficile adesso riuscire a schierare quattro linee in ordine, per cui la 13esima compagine si troverebbe in difficoltà. A questo punto l'unica soluzione per mantenere alto il livello è quella di aumentare il numero degli stranieri per ogni squadra e non capisco perché non ne abbiano discusso in occasione dell'ultima Assemblea. L'alternativa sarebbe puntare esclusivamente sui giovani, ma in questo modo la competitività del campionato ne risentirebbe. Bisogna capire in che direzione si vuole andare».
Come hai vissuto il periodo di lockdown a causa del coronavirus? «Ne ho approfittato per trascorrere del tempo con la mia famiglia, senza trascurare la forma fisica. È una situazione delicata, ma per fortuna tutti i miei cari stanno bene di salute. In queste ultime settimane mi sono davvero reso conto che bisogna sfruttare ogni momento e non trascurare nessuno, perché non si sa mai cosa può succedere da un giorno all'altro».