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SWISS LEAGUECon Monnet (e Bezina), il Sierre fa sul serio: «Cittadina passionale, mi ricorda Ambrì»

28.05.20 - 08:00
L'attaccante 38enne: «Sono contento di aver ritrovato Goran dopo le avventure vissute insieme in Nazionale»
Keystone, archivio (Monnet con il Kloten)
Con Monnet (e Bezina), il Sierre fa sul serio: «Cittadina passionale, mi ricorda Ambrì»
L'attaccante 38enne: «Sono contento di aver ritrovato Goran dopo le avventure vissute insieme in Nazionale»
«Coronavirus? Stiamo vivendo una situazione delicata, ma restando uniti abbiamo iniziato a vedere la luce in fondo al tunnel. La salute vien prima di ogni altra cosa, non abbiamo scelta...»
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Negli scorsi giorni Thibaut Monnet ha sottoscritto un contratto annuale con l'ambizioso Sierre.

In seguito alle esperienze maturate con Kloten e Winterthur il 38enne disputerà così la terza stagione consecutiva in Swiss League. «Nutro ancora una grande passione per l'hockey e finché avrò le motivazioni necessarie e la voglia di giocare, continuerò a scendere sul ghiaccio», è intervenuto proprio Monnet. «Il Sierre mi ha offerto questa opportunità di trasferirmi in Vallese ed essendo nato a Martigny ho trovato la situazione ideale. Per me si tratta un po' come un ritorno alle origini e ho la possibilità di restituire qualcosa al Cantone che mi ha sempre sostenuto quando ero giovane. Oltre a questo la società ha grandi ambizioni per il futuro e il progetto che mi ha sottoposto è davvero interessante. Penso inoltre che già nella scorsa stagione il gruppo - al primo anno fra i cadetti dopo tanto tempo - nonostante non avesse una grande esperienza abbia ottenuto dei buoni risultati. Il club punta a migliorare costantemente e in una città come Sierre, in cui la gente vive per l'hockey, sarà sicuramente piacevole giocare. È una cittadina passionale, mi ricorda molto Ambrì». 

Ricordiamo che nella sua carriera il 38enne ha militato per 18 campionati nella massima serie elvetica e ha vestito le maglie di La Chaux-de-fonds, Friborgo, Langnau, Berna, Zurigo e Ambrì. In tutto questo tempo ha messo a referto 599 punti in 932 incontri disputati - fra regular season e playoff - vincendo anche due campionati (2008 e 2012) e una Champions League (2009) con i Lions. Con la Svizzera ha invece conquistato la medaglia d'argento ai Mondiali del 2013. L'uomo ideale in uno spogliatoio di giovani... «Mi trovo sicuramente in una situazione favorevole e gratificante, perché da un lato ho la possibilità di mettere al servizio dei giovani del Sierre tutta l'esperienza accumulata negli anni e aiutarli a crescere. Dall'altro ho anche la fortuna di poter conoscere l'hockey delle nuove generazioni e provare ad adattarvi il mio stile di gioco. È la classica situazione “win-win”». 

L'anno scorso a Winterthur il giocatore ha vissuto un contesto che si avvicina molto a quello attuale del Sierre, per cui è consapevole del suo ruolo... «A Winterthur mi sono divertito molto ed è stato un piacere dispensare consigli ai tanti giovani del gruppo. La situazione a Sierre sarà effettivamente molto simile, con il vantaggio che ci sarà anche Bezina già inserito nell'ambiente. Sono molto contento di averlo ritrovato dopo le avventure vissute in Nazionale».

E magari potete provare a tornare ai fasti di un tempo quando nel roster erano presenti i due stranieri Jinman e Cormier...«In passato con questi due giocatori il Sierre si è reso protagonista di grandi stagioni. Erano gli stranieri più forti della Lega cadetta e con il loro carisma sono stati in grado di trascinare tutto il gruppo a degli ottimi risultati. Sarebbe bello riproporre una situazione analoga e ci proveremo in ogni modo. Il mio obiettivo è quello di contribuire alla crescita della squadra».

Come hai vissuto l'emergenza legata al coronavirus? «È stata - e lo è tuttora - un'esperienza terribile per la popolazione mondiale. Stiamo vivendo una situazione delicata senza precedenti e per uscirne bisogna restare uniti. La popolazione svizzera in generale ha in ogni caso tenuto un buon comportamento e questo ha permesso a tutti noi di vedere una luce in fondo al tunnel. Non bisogna però abbassare la guardia perché il rischio di una seconda ondata è reale. La salute vien prima di ogni altra cosa, non abbiamo scelta. Personalmente ho sempre seguito alla lettera tutte le disposizioni che sono state date dalla Confederazione e ne ho approfittato per ricaricare le batterie. Mi sono comunque tenuto in forma allenandomi individualmente e devo dire che fisicamente mi sento bene. Non vedo l'ora di iniziare...».

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