L'attaccante 38enne: «Sono contento di aver ritrovato Goran dopo le avventure vissute insieme in Nazionale»
«Coronavirus? Stiamo vivendo una situazione delicata, ma restando uniti abbiamo iniziato a vedere la luce in fondo al tunnel. La salute vien prima di ogni altra cosa, non abbiamo scelta...»
Negli scorsi giorni Thibaut Monnet ha sottoscritto un contratto annuale con l'ambizioso Sierre.
In seguito alle esperienze maturate con Kloten e Winterthur il 38enne disputerà così la terza stagione consecutiva in Swiss League. «Nutro ancora una grande passione per l'hockey e finché avrò le motivazioni necessarie e la voglia di giocare, continuerò a scendere sul ghiaccio», è intervenuto proprio Monnet. «Il Sierre mi ha offerto questa opportunità di trasferirmi in Vallese ed essendo nato a Martigny ho trovato la situazione ideale. Per me si tratta un po' come un ritorno alle origini e ho la possibilità di restituire qualcosa al Cantone che mi ha sempre sostenuto quando ero giovane. Oltre a questo la società ha grandi ambizioni per il futuro e il progetto che mi ha sottoposto è davvero interessante. Penso inoltre che già nella scorsa stagione il gruppo - al primo anno fra i cadetti dopo tanto tempo - nonostante non avesse una grande esperienza abbia ottenuto dei buoni risultati. Il club punta a migliorare costantemente e in una città come Sierre, in cui la gente vive per l'hockey, sarà sicuramente piacevole giocare. È una cittadina passionale, mi ricorda molto Ambrì».
Ricordiamo che nella sua carriera il 38enne ha militato per 18 campionati nella massima serie elvetica e ha vestito le maglie di La Chaux-de-fonds, Friborgo, Langnau, Berna, Zurigo e Ambrì. In tutto questo tempo ha messo a referto 599 punti in 932 incontri disputati - fra regular season e playoff - vincendo anche due campionati (2008 e 2012) e una Champions League (2009) con i Lions. Con la Svizzera ha invece conquistato la medaglia d'argento ai Mondiali del 2013. L'uomo ideale in uno spogliatoio di giovani... «Mi trovo sicuramente in una situazione favorevole e gratificante, perché da un lato ho la possibilità di mettere al servizio dei giovani del Sierre tutta l'esperienza accumulata negli anni e aiutarli a crescere. Dall'altro ho anche la fortuna di poter conoscere l'hockey delle nuove generazioni e provare ad adattarvi il mio stile di gioco. È la classica situazione “win-win”».
L'anno scorso a Winterthur il giocatore ha vissuto un contesto che si avvicina molto a quello attuale del Sierre, per cui è consapevole del suo ruolo... «A Winterthur mi sono divertito molto ed è stato un piacere dispensare consigli ai tanti giovani del gruppo. La situazione a Sierre sarà effettivamente molto simile, con il vantaggio che ci sarà anche Bezina già inserito nell'ambiente. Sono molto contento di averlo ritrovato dopo le avventure vissute in Nazionale».
E magari potete provare a tornare ai fasti di un tempo quando nel roster erano presenti i due stranieri Jinman e Cormier...«In passato con questi due giocatori il Sierre si è reso protagonista di grandi stagioni. Erano gli stranieri più forti della Lega cadetta e con il loro carisma sono stati in grado di trascinare tutto il gruppo a degli ottimi risultati. Sarebbe bello riproporre una situazione analoga e ci proveremo in ogni modo. Il mio obiettivo è quello di contribuire alla crescita della squadra».
Come hai vissuto l'emergenza legata al coronavirus? «È stata - e lo è tuttora - un'esperienza terribile per la popolazione mondiale. Stiamo vivendo una situazione delicata senza precedenti e per uscirne bisogna restare uniti. La popolazione svizzera in generale ha in ogni caso tenuto un buon comportamento e questo ha permesso a tutti noi di vedere una luce in fondo al tunnel. Non bisogna però abbassare la guardia perché il rischio di una seconda ondata è reale. La salute vien prima di ogni altra cosa, non abbiamo scelta. Personalmente ho sempre seguito alla lettera tutte le disposizioni che sono state date dalla Confederazione e ne ho approfittato per ricaricare le batterie. Mi sono comunque tenuto in forma allenandomi individualmente e devo dire che fisicamente mi sento bene. Non vedo l'ora di iniziare...».