Regole e linee guida: come funziona per le squadre giovanili? Parola a Manuele Celio
AMBRÌ - Non solo le squadre professionistiche sono in attesa di capire in che modo e con quali linee guida si svolgerà la stagione 2020-21. Anche i settori giovanili e tutti quei ragazzi che sognano un giorno di giocare fra "i grandi" vogliono sapere al più presto quale sarà lo schema del campionato alle porte.
«Attualmente stiamo ragionando come se la stagione si svolgesse in maniera regolare - le parole del direttore del settore giovanile dell'Ambrì Manuele Celio - Ovviamente questa è anche la nostra speranza. Contrariamente a quel che succede in National e Swiss League, a livello giovanile non abbiamo il problema del pubblico. Per quanto concerne invece le regole da seguire durante il gioco gli Juniori Elite sono sotto la stessa campana della prima squadra».
Chi deciderà di seguire le partite dovrà attenersi a qualche regola particolare?
«Le solite. Come succede già ora, in pista bisognerà mantenere le distanze. In alcuni impianti vi sarà poi l'obbligo di mettere la mascherina mentre in altri sarà facoltativo indossarla. Tutte le squadre dovranno inviare alla Lega entro fine agosto il proprio piano di protezione».
Ci sono già delle linee guida inerenti lo svolgimento dei campionati?
«Sono quattro gli scenari: il primo prevede che la stagione si giochi regolarmente, il secondo stilando una classifica prendendo in considerazione la media punti, il terzo che si giochi quando si può senza nessuna graduatoria e infine il quarto - il più triste - che non si giochi del tutto. La nostra speranza è che in National League non si torni con un tetto massimo di 1'000 spettatori: un terzo del nostro budget, infatti, dipende dalla prima squadra».
Un ulteriore stop sarebbe quindi un disastro...
«Noi avremmo accesso agli aiuti per lo sport amatoriale, che non sono la stessa cosa di quelli riservati allo sport professionistico. Ci darebbero una mano sicuramente, ma non sarebbero sufficienti per coprire tutte le spese».
In generale, come vedi il nostro hockey targato 2020-21?
«A livello nazionale si vuole che tutti remino nella stessa direzione. È un lavoro d'insieme. La speranza è quella che, se dovessimo entrare ancora in una situazione difficile, non si lasci morire lo sport professionistico. Dobbiamo far di tutto per salvare il nostro caro hockey, confidando nella comprensione della politica».
Tornando ai giovani, hai notato una certa preoccupazione tra i genitori?
«Non direi, in questo momento tanti dei nostri ragazzi sono impegnati nei campi d'allenamento. Prima di iniziare abbiamo sottoposto loro un formulario d'entrata e misurato la temperatura. Per ora non abbiamo avuto nessun genitore che non ha mandato il proprio figlio ad allenarsi perché preoccupato».