Parola a Jason Fuchs che venerdì sera sarebbe dovuto scendere in pista alla Cornèr Arena
«Il coronavirus? È qualcosa che spaventa vista la sua imprevedibilità, soprattutto perché non sappiamo come potrebbe reagire il corpo».
BIENNE - Un secco 6-0 inflitto al Losanna, una sconfitta contro il Friborgo (4-5) e una vittoria esterna (all’overtime) in quel di Langnau per 5-4. In estrema sintesi è stato questo l’inizio di campionato del Bienne, una squadra che ha vissuto un periodo tra primavera ed estate molto movimentato. Prima con il coronavirus che è entrato nello spogliatoio dei bernesi e poi con lo shock del tumore contro cui sta lottando l'allenatore Antti Törmänen (sostituito temporaneamente da Lars Leuenberger).
Nonostante tutte queste avversità, la squadra è tornata in pista per un campionato ricco (anzi ricchissimo) d'incognite. Ne abbiamo discusso con Jason Fuchs, che venerdì sarebbe dovuto scendere sul ghiaccio in quel di Lugano... «Forse il secco 6-0 inflitto al Losanna in avvio di campionato si è trasformato in un’arma a doppio taglio. Abbiamo pensato di essere già a un ottimo livello. Difensivamente dobbiamo sicuramente registrarci meglio, mentre offensivamente riusciamo a trovare la via del gol tutto sommato con regolarità».
Nelle piste l'atmosfera è totalmente diversa...
«È un’esperienza nuova. Manca il pubblico, quello è chiaro. D’altra parte ho notato che i tifosi presenti nelle varie piste seguono con maggior attenzione il gioco. Contrariamente a ciò a cui eravamo abituati adesso l'atmosfera è uguale in tutta la pista, prima invece era un po’ più settoriale. Personalmente sul ghiaccio non mi accorgo di nulla, mentre in panchina sì diciamo che si sente che manca qualcosa».
Si vocifera tu possa tornare in Ticino l'anno prossimo. Cosa c'è di vero?
«A questo proposito al momento non c'è nulla da dire. Ci sono delle voci, ma fa parte del business. Come giocatore fa sempre piacere sentire che c’è interesse da società importanti come il Lugano. Ma questo non è il momento adatto per parlarne. Se ci sarà qualcosa verrà comunicato».
Il Bienne, lo scorso mese di marzo, è stata la prima squadra di National League a entrare in contatto con il Covid-19...
«Probabilmente anch'io l'ho fatto, sebbene senza sintomi. Negli scorsi mesi si sottoponevano al tampone soltanto le persone con sintomi o che rientravano nei gruppi a rischio. È qualcosa che spaventa vista la sua imprevedibilità, soprattutto perché non sappiamo come potrebbe reagire il corpo. Si leggono e si sentono tante storie che fanno paura. A ogni modo dobbiamo saper gestire questi momenti e ognuno dare il suo contributo, evitando tutte quelle azioni che potrebbero arrecare danni a noi stessi o a chi ci sta vicino».