Pelletier si gode il buon momento del Lugano e non abbassa la guardia in vista del match di Friborgo: «Pista difficile»
L'head coach bianconero: «Nell'hockey possono esserci alti e bassi, ma poi l'importante è ritrovare il giusto ritmo. La riforma? Io sarei andato avanti così».
LUGANO - Piegato il Rappi e infilato il quarto successo filato, il Lugano ha chiuso una settimana quasi perfetta, con 11 punti conquistati sui 12 disponibili. Se domenica scorsa i bianconeri avevano superato i sangallesi 1-0 anche grazie alla prestazione super di Zurkirchen, oggi (5-2) si è vista una squadra che ha saputo fare la differenza e mettere sotto i rivali.
Insomma in questa settimana si è visto un Lugano in costante crescita. «Sì, questo è l'hockey, a volte ci si dimentica che il campionato è una maratona - interviene Serge Pelletier, head coach bianconero - Possono esserci alti e bassi, momenti in cui si fa più fatica, ma l’Importante poi è ritrovare il ritmo giusto. Specialmente in questa stagione condizionata dal Covid. Aspetti da migliorare? Oggi abbiamo regalato alcuni cambi al Rappi: questi “momenti” vanno eliminati. Per gli special team invece siamo nella top-4 sia come powerplay che come boxplay, ma con l’uomo in più sul ghiaccio c’è ancora da migliorare. È un aspetto su cui vogliamo insistere già in vista della sfida di martedì».
E martedì i bianconeri sono attesi a Friborgo, nella tana degli ambiziosi Dragoni (terzi con 58 punti).
«Sarà un bel test, una sfida. Sappiamo che è una pista difficile, sicuramente ci aspettiamo una partita molto combattuta».
Venerdì per l’hockey rossocrociato è stato il giorno della riforma e dei 7 stranieri dal 2022/23. Come avete preso la notizia?
«C’è una cosa che trovo un po’ strana. Abbiamo un prodotto che funziona molto bene. Ci sono tantissimi tifosi e negli stadi - ovviamente prima del Covid - il pubblico era in costante aumento. Pure le entrate dai diritti televisivi erano in aumento. Adesso si è pensato che si dovesse rivoluzionare il mondo del nostro hockey... questo mi sorprende. Si cambiano le carte in tavola per avere un nuovo sistema».
Pelletier non si nasconde: l’head coach avrebbe preferito lo status quo.
«Io sarei andato avanti in questo modo. Trovo che cambiare sia un peccato per le società che hanno investito sullo sviluppo dei giovani che vengono da fuori. I club hanno investito tempo e denaro, senza contare quei ragazzi che magari sono venuti dall’estero con la famiglia. Magari però ci sarà un ripensamento… Vedremo se nel 2022/23 ci saranno davvero 7 stranieri, o se si potranno ancora cambiare le cose».