McSorley sprona il Lugano: «Non dobbiamo sentire puzza di bruciato per iniziare a muoverci»
«Lo Zugo è prevedibile ma gioca le partite con costanza e con un approccio molto maturo e paziente».
LUGANO - Frenato da un rendimento altalenante, il Lugano non è fin qui stato in grado di vivere un campionato da protagonista assoluto. I bianconeri sembrano potere ma non sempre volere, e questo li ha condotti a vittorie scoppiettanti come anche a sconfitte brucianti. Martedì saranno di scena nella tana dello Zugo, dei campioni in carica: non spingere al massimo equivarrebbe a un rovescio quasi certo…
«Sappiamo che lo Zugo è prevedibile - ha spiegato Chris McSorley - ma gioca le partite con costanza e con un approccio molto maturo e paziente».
Tale prevedibilità si può battere con la giusta tattica…
«Non importano la tattica e la teoria. È molto semplice, quelle le puoi buttare nel lago: se non affronti questo avversario con il giusto impegno non vinci. In questa Lega è così contro ogni rivale, dall’Ajoie allo Zugo. Non puoi pensare di importi puntando solo sulle qualità o sulla tattica. Mi auguro dunque di vedere l’atteggiamento di oggi in allenamento anche domani in partita. Dovremo essere pronti alla battaglia, non potremo permetterci di non cominciare a giocare dal primo tempo, non potremo permetterci di farlo dal secondo. Se saremo pronti dal primo ingaggio e andremo subito all’attacco allora potremo vivere una serata entusiasmante. Non dovremo insomma fare come contro il Berna, quando abbiamo aspettato e non abbiamo cominciato a giocare fino al 2-0, fino a quando non è suonato l’allarme antincendio. Non dobbiamo per forza sentire puzza di bruciato per iniziare a muoverci. Se saremo subito pronti, saremo a posto. Non c’è mancanza di confidenza, non abbiamo meno qualità o siamo meno grossi o meno furbi: il nostro è un grande gruppo».
Che ha bisogno di essere stimolato per andare sempre al massimo?
«Il 99% del suo stipendio, un coach lo guadagna per la sua abilità di alzare il livello della squadra. Un allenatore deve saper portare emozioni. Ho studiato recitazione e… a volte in panchina, per motivare, questo mi torna utile: per spingere i tuoi giocatori, per far dare loro tutto, capita che tu ti debba mostrare diverso da quello che sei. A volte si meriterebbe l’Oscar».
L’allenamento del lunedì ha visto tanti cambiamenti nelle linee.
«Per creare nuove dinamiche. Mantenendo sempre le stesse linee può essere che si arrivi a un certo rilassamento, che si finisca in una sorta di comfort zone. Il cambiamento obbliga invece a una reazione, porta nuove emozioni e dà energia».