McSorley: «Dobbiamo trovare il modo di spingere il disco in porta, anche a costo di usare il naso»
«Venerdì mattina o faremo i bagagli per andare a Zugo o per prepararci per l’estate».
LUGANO - Giocare bene e non vincere. Questo sta capitando a un Lugano che, pimpante ma troppo impreciso, venerdì potrebbe essere già in vacanza. A questa eventualità, alla Cornèr Arena non vogliono in ogni caso pensare. Si stanno piuttosto concentrando su una gara-4 da non sbagliare.
«Non è sicuramente la posizione nella quale desideravamo essere - ha spiegato coach McSorley - Speravamo infatti di poter essere in una situazione migliore. Sapevamo che avremmo affrontato una grande squadra ma… stiamo giocando bene, con momenti di brillantezza e di non brillantezza. In ogni partita abbiamo fatto 40’ di grande hockey; ora dobbiamo riuscire a superare questa inconsistenza, a rimanere fuori dalla panca dei penalizzati e a giocare per 60’. Abbiamo grandi attaccanti, ci creiamo buone occasioni, dobbiamo trovare il modo di spingere il disco in porta. Dobbiamo riuscirci anche a costo di usare il naso».
Gara-4 potrebbe essere l’ultima.
«Dobbiamo fare qualcosa o sarà finita. E dobbiamo farlo ora. Dobbiamo fare quello di cui siamo capaci dalla prossima partita, dal prossimo periodo, dal prossimo ingaggio. La realtà che abbiamo due alternative per venerdì mattina: o faremo i bagagli per andare a Zugo o per prepararci per l’estate. E credo che tutti vogliano andare a Zugo».
C’è lo spirito adatto per provare a vincere?
«Nello spogliatoio c’è un bel clima e non manca la leadership. Dobbiamo essere capaci, tutti insieme, coach compreso, di far sì che tanta volontà ci faccia trovare il modo per battere questa avversaria. Sono sicuro che, se riusciremo a centrare la prima vittoria, potrà verificarsi un effetto domino, un effetto valanga, che ci porterà a essere pronti per la seconda. Dobbiamo sbloccare questo successo; altri buoni risultati seguiranno».
Lo Zugo è migliore del Lugano?
«No, è fin qui stato più fortunato. Abbiamo giocato meglio dei Tori in due delle tre partite disputate, abbiamo avuto più occasioni di segnare rispetto a loro. Abbiamo fatto bene tutto quello che potevamo. I ragazzi hanno giocato bene ma ora dovranno giocare alla grande. Non sei una buona squadra se giochi bene, sei una buona squadra se giochi alla grande».
Si gioca bene ma non si vince. Non c’è frustrazione?
«Abbiamo giocato tre buone partite, il problema è che non abbiamo giocato tre partite “complete”. Nell’ultima avevamo il match in mano, eravamo a mezzo metro dal 3-0, dal chiuderlo. Questa è la parte frustrante».
Se dare il massimo non è bastato, non c’è il pericolo che qualcuno possa mollare?
«Non credo che la squadra pensi di aver dato il massimo. Credo che sappia di poter spingere ulteriormente. Abbiamo avuto momenti brillanti nei quali abbiamo dominato i nostri avversari, li abbiamo soffocati, ma non abbiamo poi chiuso i conti: abbiamo permesso loro di rialzarsi. E quando una squadra è a terra, quello è il momento di prenderla a calci. Invece per tre sfide consecutive abbiamo permesso allo Zugo di tornare a combattere».
Cambiare il portiere avrebbe forse potuto rendere diversa la situazione?
«Noi crediamo in Schlegel. Ha fatto tutto il possibile per metterci nella condizione di vincere. Semplicemente avremmo dovuto segnare di più».
Mancare più volte il 3-0 e poi subire il 2-1… gara-3 è girata lì?
«Questa è probabilmente la mia frase dell’anno: “Anche se le partite sono lunghe 60’, sono decise dai secondi”. Se sei una grande squadra però riesci e superare quei pochi secondi. Quindi noi dovremmo riuscire a essere grandi così che pochi secondi non possano influenzare una partita».