Daniel Manzato ha anche parlato di Roman Josi, sfidato lunedì: «È un vero leader in pista, i tifosi erano come impazziti».
Il 38enne sugli estremi difensori svizzeri: «Bisogna ammettere che in passato c'è stato un momento in cui è mancato qualcosa nella formazione dei nostri portieri. Non siamo stati in grado di svilupparli come volevamo e ora ci sono molti stranieri».
BERNA - Dopo sette partite di National League il Berna ha conquistato 11 punti e occupa la settima posizione in classifica insieme al Bienne.
Il club della Capitale ha operato molto nell’ultimo mercato, poiché in estate sono arrivati ben undici nuovi elementi: Loeffel, Zgraggen e Gelinas in difesa, così come Lehmann, DiDomenico, Vermin, Ritzmann, Bärtschi, Lindberg, Baumgartner e Sceviour in attacco. In virtù di questi cambiamenti gli Orsi hanno iniziato la stagione con tre sconfitte consecutive, ma adesso le cose sono cambiate. «A inizio stagione abbiamo incontrato qualche difficoltà, ma poi ci siamo resi protagonisti di alcune prestazioni incoraggianti, le premesse sono buone», sono state le parole di Daniel Manzato, portiere del Berna. «La qualità del nostro roster è davvero interessante, ma con i sei stranieri in pista si sono rinforzati un po’ tutti e ci siamo resi conto che per vincere bisogna dare il 100% a ogni gara. Per quanto ci riguarda abbiamo trovato una buona alchimia e i nuovi si sono già ambientati alla perfezione. Vogliamo continuare in questa direzione».
Quest’anno hai la possibilità di giocare con Chris DiDomenico, un elemento sottovalutato per anni ma capace di diventare uno dei migliori stranieri del campionato. «Il suo percorso ha richiesto un po’ più di tempo, ma è diventato davvero forte. Lo conoscevo solo da avversario e da quando giochiamo insieme mi ha impressionato parecchio, è un guerriero. Sul ghiaccio è un motore e vuole sempre il disco per essere decisivo. Ha una grande voglia di lavorare e spende molta energia per il bene della squadra. Oltre a questo ha l’attitudine del trascinatore e la sua passione per l’hockey è incredibile, si allena anche nei giorni liberi. Loeffel? Sono felice di poter giocare nuovamente con lui. Ha iniziato bene e anche a Berna sta mettendo in evidenza le sue qualità straordinarie, soprattutto a livello offensivo. Sul ghiaccio ha ricevuto molte responsabilità ed era pronto per questa nuova sfida».
Se da una parte molte squadre della massima serie elvetica hanno optato per un portiere straniero nel loro roster, il Berna ha preferito affidarsi a due svizzeri: Manzato e il promettente Wühtrich. La crescita di quest'ultimo dipende anche dal suo collega, che con la sua esperienza potrà aiutarlo a migliorare. «Sono totalmente consapevole del mio ruolo e lo adoro. Quando scendo sul ghiaccio cerco di fornire sempre la migliore prestazione possibile, ma nello stesso tempo provo anche a dare il mio contributo per aiutare Wütrich nella sua evoluzione. Sono cosciente di non essere più sportivamente giovane ed è gratificante potergli trasmettere ciò che ho imparato nella mia carriera. Abbiamo un bel rapporto e ci confrontiamo tutti i giorni. La nostra relazione è basata sul fatto che entrambi lavoriamo per il bene del Berna e che non c'è nessuna competizione fra di noi. Contro i campioni dei Predators per esempio ha giocato alla grande, sono convinto che abbia un futuro luminoso davanti a sé».
Se tutte le squadre mettessero sotto contratto un portiere straniero, Wütrich avrebbe sicuramente meno ghiaccio e in generale il livello degli estremi difensori svizzeri calerebbe ulteriormente. «Da un lato è cosi, ma bisogna anche ammettere che in passato c'è stato un momento in cui è mancato qualcosa nella formazione dei portieri. Non siamo stati in grado di svilupparli come volevamo e siamo arrivati a questa situazione in cui ci sono molti stranieri fra i pali. Bisogna guardare sempre l'immagine globale, ma è importante che i club non smettano di dare fiducia agli estremi difensori rossocrociati, che diano loro tempo e qualità di gioco. Adesso sta a Wütrich continuare a fornire delle buone prestazioni, ma ha tutte le carte in regola per diventare il sostituto di Berra e Genoni in Nazionale».
Lunedì scorso la PostFinance Arena è stata teatro dell’amichevole di lusso tra il Berna e i Predators di Roman Josi, terminata 3-4. «È stata una sfida straordinaria con un’atmosfera incredibile e sugli spalti c’era il tutto esaurito. È stato un evento speciale, anche perché di fronte c’era una franchigia di NHL il cui capitano è Roman Josi, nato e cresciuto proprio a Berna e che con gli Orsi ha anche vinto un titolo svizzero (nel 2010, ndr). I tifosi erano come impazziti nell’ammirare il loro beniamino all’opera. È il miglior difensore di NHL, un vero leader e in pista si è visto, ha dominato la scena realizzando anche una doppietta. Per l’hockey svizzero è stato qualcosa di magnifico e anche per noi misurarci con tante stelle. Non sapevamo bene cosa aspettarci, ma abbiamo disputato in generale una gara solida».
Gli Orsi hanno finora affrontato anche l’Ambrì - formazione in cui Manzato ha militato dal 2018 al 2020 - inchinandosi 5-1 alla Gottardo Arena. «I biancoblù mi hanno impressionato molto. Già alla fine della scorsa stagione avevano trovato un buon equilibrio tra i reparti e hanno continuato con quello slancio. I loro stranieri danno indubbiamente un grande contributo e la rosa adesso è più solida. Non sarà per niente semplice avere la meglio su di loro».