NATIONAL LEAGUEMarc Gautschi: «Il nostro obiettivo rimane la top-6. Bertaggia? Tornerà a segnare presto»

GINEVRA - A Ginevra tutto gira a meraviglia. Primo posto in classifica a +5 sulla seconda, 2,5 punti di media a partita, una sola sconfitta in dieci incontri e in generale un gruppo davvero ben assortito. D'altronde, quando in pista puoi schierare stranieri del calibro di Tömmernes, Vatanen, Filppula, Winnik, Hartikainen e Omark – autori sin qui del 50% delle reti delle Aquile – ecco che tutto risulta più semplice. Senza dimenticare i vari Rod, Praplan, Richard, Bertaggia, Miranda, ecc...

«Non c'è una ricetta segreta. Tutto è figlio del duro lavoro - le parole del direttore sportivo del Ginevra Marc Gautschi - Il campionato è davvero equilibrato e non ti puoi permettere serate di relax. Abbiamo ancora margine, ma devo dire che i ragazzi stanno seguendo alla lettera quello che vuole Jan Cadieux. Ecco forse il segreto è proprio questo, tutti stanno remando nella stessa direzione». 

A giusta ragione a Les Vernets c'è tantissimo entusiasmo...
«E ne siamo ben contenti. La storia però ci insegna che guardare troppo in là non ha assolutamente senso. La classifica è cortissima, ma l'obiettivo rimane quello di entrare nelle prime sei. Non vogliamo assolutamente passare dai pre-playoff perché lo abbiamo provato l'anno scorso sulla nostra pelle quanto siano imprevedibili». 

Azzeccare gli stranieri è diventato imprescindibile...
«Esattamente. Già quattro facevano la differenza. Aggiungendone altri due le dinamiche in una squadra, e nell'intera lega, sono cambiate ulteriormente. Ciò non toglie che siamo molto soddisfatti del rendimento dei nostri stranieri». 

In dieci partite Alessio Bertaggia ha totalizzato un solo assist...
«Si è inserito molto bene nel club e nell'ambiente ed è molto apprezzato dai tifosi. Il suo vantaggio è che può ricoprire diversi ruoli e quindi viene schierato in base alle necessità della squadra. Sono convinto che, superato il periodo di ambientamento, tornerà a segnare molto presto».

Nel luglio del 2020 eri stato nominato nuovo d.s. delle Aquile. Come va il tuo lavoro?
«Era il mio obiettivo quello di riuscire a ricoprire questa carica. Certo, non potevo pianificare quando e dove l'avrei fatto perché devi trovarti al posto giusto nel momento giusto, oltre che avere un po' di fortuna. È un lavoro molto impegnativo, ma quando si vive per l'hockey come il sottoscritto ecco che tutto diventa meno pesante».

In testa ci sono due squadre che hanno l'allenatore e il direttore sportivo giovani. Vuol dire qualcosa?
«Non penso. Forse però riusciamo a comprendere meglio le dinamiche delle nuove generazioni, capendo le loro necessità. Puoi avere il sistema di gioco migliore del mondo ma non serve a niente se un allenatore non riesce a essere connesso con la sua squadra». 

Due parole, infine, proprio sull'Ambrì...
«Sono contento che hanno iniziato bene. L'anno scorso avevano già degli svizzeri molto interessanti. Con l'acquisto di stranieri forti non potevano che crescere ulteriormente. Il pubblico c'è e crea tanto entusiasmo: è difficile andare ad Ambrì a vincere. Penso che in Leventina si comincino a vedere i primi frutti della nuova arena...».