Stefano Togni si è espresso a proposito del nuovo head-coach bianconero: «Ha il club nel sangue, bisognerà difenderlo».
Dopo nove incontri disputati i sottocenerini hanno conquistato solo 9 punti e occupano la 12esima piazza in classifica.
LUGANO - Nella serata di domani il Lugano ospiterà il Friborgo e per il nuovo head-coach Luca Gianinazzi si tratta del secondo match da quando è seduto in panchina. Sabato è invece in programma la trasferta di Langnau. «Un weekend ideale per conquistare sei punti e per ripartire con un buono slancio», ha dichiarato Stefano Togni, ex attaccante degli anni '90. «L'importante è che il nuovo tecnico abbia avuto una settimana di tempo per prendere confidenza con i giocatori e per iniziare a dare la sua impronta. Adesso i veterani del gruppo dovranno aiutarlo, prendendosi la squadra sulle spalle».
Gianinazzi ha mosso i suoi primi passi sia da giocatore sia da tecnico a Lugano. Il 29enne ha fatto tutta la trafila del settore giovanile e ha esordito in Prima Squadra nella stagione 2012/2013 (4 sfide per lui). Le tre esperienze fra i cadetti svolte in seguito – dove ha difeso i colori di Visp, Turgovia e Rockets – gli hanno fatto capire cosa voleva veramente. Il ragazzo è così tornato alla Cornèr Arena in qualità di tecnico, dove per cinque anni ha allenato gli Elit U20 del club. «Lo conosco molto bene, è un tipo tosto e deciso, così come un allenatore preparato. È una scommessa da parte della dirigenza, ma sarà necessario dargli del tempo e soprattutto difendere il suo operato. Non è una situazione facile, ma ha tutte le carte in regola per fare bene. McSorley? Era nell'aria il suo allontanamento ed è stato inevitabile prendere questa decisione, visto che il suo messaggio non passava più alla squadra. Adesso riparte un nuovo campionato e tutti dovranno remare nella stessa direzione».
La situazione in cui si trova è decisamente atipica: da un lato riabbraccia avversari ed ex compagni – fra i quali Fazzini, con cui ha giocato insieme nelle giovanili e con cui ha esordito fra i grandi nel medesimo campionato – dall'altro allenerà alcuni giocatori più anziani. «Alla fine le decisioni spetteranno a lui e adesso che si trova dall'altra parte dovrà creare lo spirito di squadra ideale. Al contrario i giocatori dovranno vederlo sotto queste nuove vesti e seguirlo, perché sarà lui a decidere per il bene del club».
Durante la prima gara ha già mostrato carattere, dando fiducia ad alcuni elementi del vivaio che conosce ed è stato ripagato con il primo sigillo in NL di Marco Zanetti. «Se un giovane merita è giusto che sia buttato nella mischia. Per lui sarà fondamentale l'attitudine che ognuno metterà in pista, vuole che sul ghiaccio tutti si divertano e a Lugano è mancata un po' questa cosa negli ultimi tempi. L'innesto dei giovani porta sicuramente una ventata di aria nuova nello spogliatoio ed è giusto che la sua filosofia sia di non guardare in faccia a nessuno».
Si è visto che a lungo termine dare fiducia a una persona che ha maturato esperienza all'interno dello stesso club con i giovani o in qualità di assistente possa essere la mossa vincente. È successo ad Ambrì con Luca Cereda e nel Lugano calcio con Mattia Croci-Torti. «La sua presenza sarà importante per la crescita della squadra, visto che conosce l'ambiente e tanti giocatori. Il Lugano ce l'ha nel sangue ed è riuscito a realizzare il suo sogno di allenarlo in National League. La sua presenza dovrà essere un incentivo in più per i giovani a dare sempre il massimo e lui non dovrà mettersi troppa pressione addosso».