Il direttore del torneo Marc Gianola: «Fra il 26 e il 31 vivo praticamente in pista e non rinuncio alla mia birretta...»
«La cancellazione di due edizioni ci ha obbligato a concludere un aumento di capitale di 4,5 milioni. Una mossa necessaria che ci ha permesso di contenere i debiti, pari a circa sei milioni»
DAVOS - Fra 19 giorni il match fra l'Ambrì e gli svedesi dell'Örebro darà il via alla 94esima edizione della Coppa Spengler, in programma come tradizione vuole fra il 26 e il 31 dicembre. Dopo due cancellazioni consecutive, causa coronavirus, il 2022 sembra dunque essere l'anno buono per tornare a gustarsi l'hockey natalizio in salsa grigionese. «La macchina organizzativa avanza secondo le aspettative - ha dichiarato il direttore del torneo Marc Gianola - A poco meno di tre settimane dall'ingaggio d'inizio possiamo dire di essere pronti in tutti gli ambiti: manca giusto qualche dettaglio a livello di sponsor, che verrà sistemato entro la fine di questa settimana. Sì, attendiamo con trepidazione il 26 dicembre».
L'interesse attorno all'evento, a tre anni di distanza dall'ultima edizione, è rimasto il medesimo?
«Sì, i numeri in nostro possesso dicono che la Spengler continua a suscitare molto interesse fra la gente. Sarà la prima volta che la stessa si terrà all'interno della pista ristrutturata, nella quale - rispetto al passato - disponiamo di più posti seduti e meno posti in piedi. Non possiamo ancora dire che per tutte le partite la pista è già esaurita, ma per tre/quattro sì, i biglietti sono già stati tutti venduti».
Cos'ha significato per Davos due anni senza Spengler?
«È stato terribile. Non va dimenticato che, oltre al torneo di hockey, anche il WEF non ha avuto luogo. Sono due eventi che portano un indotto incredibile a tutta la nostra regione. Per fortuna negli ultimi mesi la situazione medica è tornata finalmente sotto controllo. Quest'anno si è parlato anche di possibile crisi energetica, ma pure da questo punto di vista fortunatamente sembriamo al riparo da brutte sorprese».
Un altro anno "di assenza" sarebbe stato fatale per la sopravvivenza della kermesse gialloblù?
«Difficile da dire. La cancellazione di due edizioni ci ha obbligato a concludere un aumento di capitale di 4,5 milioni. Una mossa necessaria che ci ha permesso di contenere i debiti, pari a circa sei milioni».
Un torneo che, ancora una volta, sarà molto colorato di biancoblù...
«È un piacere accogliere nuovamente l'Ambrì-Piotta. La Spengler è una festa dell’hockey e non è soltanto un torneo del Davos. È un po' come andare a un Mondiale, dove incontri tifosi provenienti da ogni parte del mondo».
Com'è la Spengler di Marc Gianola? Riesci a goderti lo spettacolo delle partite?
«Fra il 26 e il 31 dicembre vivo praticamente in pista, dove sono presente dalle 6 del mattino alla 1 di notte. Qualche sprazzo di partita riesco a gustarmelo, ma evidentemente non è la mia priorità. Ci sono tantissime cose da fare, anche se una birretta al giorno non me la toglie nessuno...».