La storia si ripete. La selezione di Fischer, dopo un grande girone, è finita ko nel primo match da dentro o fuori.
Solidissima, la Germania di Kreis non ha sbagliato nulla e ha fatto (esattamente) la partita che ci si aspettava. La Svizzera, intrappolata, non ha trovato le giuste contromisure.
RIGA - Ci si aspettava una partita dura, intensa, chiusa e decisa dai dettagli. L'avevamo paragonata a una “visita dal dentista” - mai particolarmente piacevole -, a un'autentica battaglia contro un avversario arcigno. È andato tutto come previsto, le premesse non sono state smentite, ma il risultato, pur avendo tutte le carte in regola per andare avanti, non ci ha sorriso e su questo bisogna interrogarsi.
Priva dell'ammalato Malgin, assenza di peso per fantasia e imprevedibilità anche in powerplay, la Svizzera si è arresa 3-1 al cospetto della Germania, divenuta ormai la nostra bestia nera (al pari della Svezia) negli incontri a eliminazione diretta. Già sconfitta nei due più recenti incroci ai Giochi Olimpici del 2018 e ai Mondiali del 2021, la nostra Nazionale è stata nuovamente ingabbiata da un avversario che ha meritato.
Eppure la selezione di Patrick Fischer era pronta, era arrivata ai quarti col vento in poppa e forte di un girone brillantemente dominato. Non è bastato per evitare il “trappolone” tedesco. Solidissima, la squadra di Harold Kreis non ha sbagliato nulla. Ha messo in pratica il suo piano di gioco, ha abbassato al massimo il ritmo e spezzettato il match, sfruttando poi ogni incertezza elvetica.
La prima al minuto 7, quando Mayer - preferito a sorpresa a Genoni - si è fatto sorprendere da un tiro (poco più di un appoggio) di Kastner. Se all’alba del secondo tempo la Svizzera ha colpito con Siegenthaler (1-1) dando l’illusione di poter prendere in mano il match, ci si è poi dovuti ricredere. Tornata avanti al 38’ con un bel gol di Peterka, la Germania ha castigato un avversario frettoloso al 39’, quando Sturm ha trovato il definitivo 3-1 in shorthanded.
E così, con l’inno tedesco sullo sfondo dopo 60' conditi da troppi errori, si è chiuso il Mondiale della Svizzera, che come lo scorso anno si ferma ai quarti dopo un girone praticamente perfetto. Lì eravamo caduti contro gli Stati Uniti. Ieri è mancato ancora quel clic da “playoff-hockey”, è mancato cinismo nei momenti chiave, vedasi il lungo powerplay sul risultato di 1-1. Ora, come detto, ci si interrogherà sulle ragioni di questo nuovo stop in un match a eliminazione diretta. Intanto in semi ci va la Germania, che a Tampere sfiderà gli USA, giustizieri della Cechia (3-0). L'altro duello opporrà Canada (4-1 sulla Finlandia) e Lettonia (3-1 sulla Svezia).