HCL«Si respira un'aria positiva, c'è più serenità»

LUGANO - Con ottimismo, serenità e voglia di regalare emozioni. È così che il Lugano si sta avvicinando al"face-off" della nuova stagione, col debutto fissato per venerdì 15 in casa contro il Bienne. Prima resta ancora da gustare il derby con l’Ambrì, ultimo atto di una pre-season nella quale i bianconeri hanno convinto sia a livello di gioco che come verve realizzativa, con alcuni volti nuovi (come Joly) in particolare evidenza. «C'è stata tanta rotazione e dal ghiaccio sono arrivati segnali incoraggianti: abbiamo lavorato duro e siamo pronti a concludere questo ciclo di amichevoli - interviene il GM Hnat Domenichelli - Con l’Ambrì mi aspetto una bella partita, una festa ticinese per chiudere la preparazione».

In questi anni il Lugano è cambiato parecchio. In particolare dall'avvento di Gianinazzi - subentrato a McSorley lo scorso ottobre - la squadra sembra più vicina al territorio.
«C'è un bello spirito. Si respira un’aria positiva. Abbiamo un allenatore giovane e tifosi che ci hanno seguito con entusiasmo anche nella preparazione. Saranno il nostro sesto uomo».

Più pazienza, in"arrivo" un po’ da tutte le parti, attorno a questo gruppo.
«Ho notato anch'io. C'è più serenità. Conosciamo le nostre qualità e tutti vogliono avere successo, ma sappiamo anche che sarà una guerra per entrare nei playoff. Noi vogliamo riuscirci il più tranquillamente possibile, consapevoli che di certo anche la concorrenza non dorme. Abbiamo tanto rispetto di tutti, ma nessuna paura».

Domenichelli, con trasparenza, ha poi spiegato la composizione del Lugano, basato sostanzialmente su 3 blocchi (12 “veterans”, 7 import, 13 giovani).
«Siamo una squadra, ma con tre gruppi distinti. Mi spiego meglio. Ai miei tempi c’erano gli stranieri e i titolari. Stop. Adesso io identifico tre blocchi e a ognuno di questi sappiamo cosa chiedere. Nel primo ci sono i cosiddetti “veterani” svizzeri - come Fazzini, Müller, Thürkauf, Walker, Andersson, eccetera - che sono fondamentali. Conosciamo il loro valore e devono avere un grande impatto. Poi ci sono gli import, dai quali ovviamente ci aspettiamo tanto. Il terzo gruppo include i nostri giovani. Le promesse. Ragazzi dai 19 ai 23 anni che hanno fame e devono spingere aumentando la concorrenza. Ogni sera di questi ragazzi (come Canonica, Cormier, Patry, Verboon, etc) ne vedremo 3-4 in pista. Se ce ne saranno di più, meglio ancora. Avranno le loro chance per crescere, poi sta al singolo saperle sfruttare e scrivere il proprio cammino nel mondo dell'hockey».

L’esempio è il 21enne Marco Zanetti.
«Esattamente. Un anno fa di questi tempo non lo conosceva nessuno. Poi è diventato uno dei nostri titolari e si è ritagliato un ruolo importante anche nei playoff».