Tra pressione (principalmente sui Dragoni) e opere da completare, alla BCF Arena si gioca la bella
Quasi un peccato dopo le tante emozioni dei primi sei round, ma l'equilibrio verrà definitivamente spezzato (20.00). Bianconeri a caccia di una semifinale che manca dal 2018.
FRIBORGO - Dentro o fuori. Per Lugano e Friborgo è il tempo di andare all-in. Con testa, fattore indispensabile per gestire le emozioni e gli episodi di una gara-7, ma anche con tutte le energie in corpo. Dalla notte della BCF Arena uscirà il nome della semifinalista, e se fosse il Lugano andrebbe a vedersela coi solidissimi Lions. Ma questo è un altro discorso. Inutile pensarci adesso.
Il presente dice che i bianconeri si giocano una “finale”. Una sfida secca. Ci arrivano dopo il ruggito in gara-6, dove hanno cancellato il primo match point ai Dragoni con la miglior partita della serie. Qualità, sacrificio e forza d'animo. La squadra di Gianinazzi ha convinto e graffiato al momento giusto, trovando due reti pesantissime in powerplay, che ha viaggiato alla media del 50%. Dopo le tante difficoltà in regular season, nel momento clou i ticinesi si sono sbloccati. Nella serie, su 12 reti, ne hanno siglate 6 con l'uomo in più (2 a testa per Carr e Joly, una ciascuno per Fazzini e Alatalo, in crescita).
Schlegel resta una certezza (nel complesso ha il 95% di save) e anche Kempe ha ripagato la fiducia del coach, con tanto lavoro e il gol a porta vuota che ha chiuso il sesto atto (4-2).
Questi sono gli ingredienti che ci portano a gara-7, ma poi parlerà il ghiaccio e per certi versi si “riparte da zero”. 50-50. Dubé ha nel suo arco le frecce per far male al Lugano. Sörensen, Bertschy, DiDomenico, Wallmark, Mottet: gli uomini non mancano. Gli ambiziosi Dragoni dovranno però scacciare i dubbi (in aumento) e gestire la pressione, perché giocano in casa e hanno parecchio da perdere, tanto più dopo il ko nei pre-playoff dello scorso anno (sempre contro i bianconeri). L’HCL, dopo l'inizio nelle vesti di sfavorito, sa di potersela giocare e vuole completare l’opera, tornare in semi dove manca dal 2018. E allora godiamoci l’ultimo round.