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NAZIONALE«Non siamo la "piccola" Svizzera. Aspettative alte per buoni motivi, ma…»

15.05.24 - 11:00
Ambizioni ed errori (da non ripetere), Michaël Ngoy dice la sua sulla Nazionale di Fischer: «Sul coach ho letto troppe critiche»
keystone-sda.ch (PETER SCHNEIDER)
«Non siamo la "piccola" Svizzera. Aspettative alte per buoni motivi, ma…»
Ambizioni ed errori (da non ripetere), Michaël Ngoy dice la sua sulla Nazionale di Fischer: «Sul coach ho letto troppe critiche»
«Questa è una bellissima squadra, con Fiala ciliegina sulla torta. Josi è tra i migliori difensori al mondo e ci sono tanti big: mi aspetto che indichino la via anche nei momenti decisivi. È lì che bisogna fare un clic».
Hockey - Mondiali15.05.2024

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PRAGA - Otto punti già in cassaforte, Gran Bretagna all’orizzonte (stasera, ore 20.20) e fiducia al massimo dopo il successo per 2-1 ai rigori sulla Cechia, spinta dal caloroso pubblico di casa. Solidità, qualità, spirito di sacrificio. C’è stato un po’ di tutto nell’ultimo match all'O2 Arena, dove la Svizzera ha lanciato segnali decisamente positivi. Il cammino è ancora lungo (speriamo il più possibile…), ma la selezione di Fischer ha tutte le carte in regola per regalarci un grande Mondiale.

«Inizierei proprio dal roster: questa è una bellissima squadra - interviene Michaël Ngoy, ex difensore con alle spalle oltre 1’000 partite LNA - L’aggiunta di Fiala, arrivato all'ultimo un po’ a sorpresa, è la ciliegina sulla torta. E lo abbiamo visto con la Repubblica Ceca. Ha grinta da vendere (ha pure "punzecchiato” il pubblico, ndr) e mani d’oro. Arriva da tre stagioni in Nordamerica da più di 70-80 punti. Insieme agli altri big come Hischier, Kurashev, Andrighetto & Co può far saltare il banco. Sulla carta possono fare qualcosa di davvero importante. Però attenzione, il discorso è sempre quello: è nei momenti clou che bisogna fare un clic».

La presenza di Josi, campione che infonde sicurezza a tutto il gruppo, è un altro grande valore aggiunto. 
«Non ho problemi nel sostenere che è il miglior difensore a questo Mondiale, e lo metto tra i top-3 al mondo. Non a caso anche quest’anno è tra i finalisti del Norris Trophy con Cale Makar e Quinn Hughes. Ormai da una decina d’anni viaggia a medie pazzesche in NHL».

Se contro l’Austria (6-5) la Svizzera ha vinto senza convincere appieno, lunedì contro i padroni di casa l’asticella s’è alzata. Di brutto. E anche Genoni ha alzato il muro.
«È stato importante incassare solo un gol. Hanno giocato in maniera molto solida. Le aspettative sono alte, ma per buoni motivi. Anche sui portieri vorrei mettere l’accento. Genoni è quello che al momento dà maggior sicurezza. Più del Berra visto contro l’Austria. Forse è un bene fugare i dubbi e sapere già chi è il “vero” numero uno. Non ripetere l’errore dello scorso anno (tanta alternanza e Mayer schierato nei quarti, ndr). Insomma arrivare al momento decisivo sapendo già chi giocherà tra i pali».

Perché in fondo è lì che si scrive la storia…
«È così. Ora meritano applausi, ma poi mi aspetto che i vari Hischier, Josi, Kurashev, eccetera facciano ancora la differenza indicando la via. Nei momenti più difficili e decisivi. È lì che va cambiata un po’ la mentalità rossocrociata, solitamente umile. Senza arroganza, ma bisogna gonfiare il petto e dire: ‘Siamo una grande squadra e vogliamo vincere’. Non siamo più la piccola Svizzera, ma abbiamo giocatori dominanti al top anche in NHL».

Ultime battute su Patrick Fischer. L’head coach spesso è finito nel mirino della critica (anche ingenerosa), come se si attendesse solo un suo passo falso. 
«Su questo argomento il mio pensiero è chiaro. Le amichevoli, comprese quelle dell'Euro Hockey Tour, vogliono dire poco o niente. E sono ancora “generoso”. Sono dei test con rose giustamente sperimentali e infarcite di nuovi giocatori. Gli si può rimproverare il ko con la Germania agli scorsi Mondiali. Quello sì. Ma arrivavano anche da un girone vinto davanti al Canada. Per me sta facendo un buon lavoro ed è l'uomo giusto. Un fallimento sarebbe chiudere il Gruppo al sesto posto. Ma se arrivi brillantemente ai quarti, poi sono match da dentro o fuori. E il powerplay non lo gioca Fischer… i tiri non li blocca lui. Non può essere rosa e fiori fino ai quarti, e poi dare la colpa solo al coach. Conta anche la verve dei giocatori. Il giorno che se ne andrà sono curioso di vedere chi arriverà al suo posto».

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COMMENTI
 

Vecchio60 5 mesi fa su tio
Beh si ha ragione e ora vediamo se è l’anno dove tutto ma proprio tutto (allenatore e giocatori) andrà al posto giusto e al momento giusto.
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