Stefano Togni si è espresso in merito alle prime partite della stagione di National League: «Le premesse sono state mantenute».
E sul campionato... «Lo reputo molto equilibrato, anche se mi ha deluso il Friborgo».
LUGANO/AMBRÌ - Nella serata di venerdì l'Ambrì ospiterà il Langnau, mentre il Lugano sarà di scena alla Cornèr Arena contro il fanalino di coda Ajoie (ore 20.45).
Le due squadre ticinesi hanno conosciuto un avvio di stagione sopra le righe e in questo contesto – dopo 11 match – i biancoblù occupano la terza piazza della classifica, unitamente a Berna e Rapperswil (19 punti). Dal canto loro i bianconeri vantano tre lunghezze di ritardo dai cugini (16), ma sono scesi in pista due volte in meno. «Dopo tanto tempo abbiamo assistito a un derby da alta classifica e le premesse sono state mantenute», ha analizzato l'ex attaccante Stefano Togni. «È stata una sfida entusiasmante ed entrambe le formazioni si sono rese protagoniste di una prestazione di alto livello. Sono fiducioso in vista del prosieguo del campionato».
Come giudichi l'inizio dei biancoblù? «La squadra è solida, il suo punto di forza è il sistema difensivo e con l'innesto di Curran è diventata ancora più temibile. Il canadese sbaglia infatti pochissimo e svolge il suo lavoro al meglio. Avere inoltre la possibilità di schierare tre stranieri molto validi nel reparto arretrato è decisamente un'arma in più per Cereda che – grazie anche all'ottimo rendimento di Senn fra i pali – ha la possibilità di scegliere a dipendenza dell'avversario che affronta gli stranieri da utilizzare, proponendo varie soluzioni efficaci».
In attacco Ang, Maillet e Lilja stanno però ancora tentennando. «Sono dell'idea che sia necessario rimanere positivi, proprio perché reputo il pacchetto stranieri dell'Ambrì di qualità. I nuovi arrivati si devono ancora ambientare completamente – soprattutto Ang – ma intanto gli svizzeri riescono a trovare la via della rete con continuità, per cui basta avere pazienza. Kubalik? È un giocatore sopra la media ed è molto importante per la squadra. Non è magari incisivo come aveva abituato in passato, ma i suoi punti li mette sempre a referto e c'è da dire che ora gli avversari lo conoscono e lo marcano stretto».
Dal canto suo il Lugano dopo un inizio spumeggiante ha rimediato tre ko nelle ultime quattro uscite, anche a causa di alcuni infortuni importanti (vedi Thürkauf e Van Pottelberghe). «Per i bianconeri non è stato un periodo fortunato, ma avendo un roster di assoluto livello sono in grado di sopperire alle assenze. I giovani hanno inoltre preso più responsabilità e l'arrivo di Huska ha rimescolato le carte, con Gianinazzi che può beneficiare anche di un portiere straniero. Fazzini? È maturato molto e con l'assenza di Thürkauf è lui il nuovo leader. Sprona la squadra, è un punto di riferimento per tutti e ha alzato il suo livello di gioco, diventando ancora più letale sotto porta».
Come reputi il rendimento di Sekac e Zohorna? «Entrambi aiutano molto la squadra, soprattutto nella fase difensiva e nei box-play, dove sono fondamentali. Zohorna non si è ancora sbloccato del tutto, ma svolge un lavoro importante in entrambe le direzioni, mentre reputo che Sekac abbia delle mani davvero molto fini. Bisogna lasciare loro il tempo di integrarsi al meglio nella nuova realtà, sono degli ottimi giocatori e sono sicuro che durante la stagione lo dimostreranno».
E in generale cosa ne pensi del campionato? «Lo reputo molto equilibrato e non ci esistono più partite semplici, anche se l'Ajoie fatica a ingranare. I giurassiani hanno incontrato le loro difficoltà, ma sono convinto che riusciranno a mettere a posto la squadra e a ridurre il gap con i loro avversari. Oltre a questo mi ha deluso il Friborgo. I burgundi sono finora stati troppo altalenanti e di sicuro il fatto che la squadra si trovi in un periodo di transazione non aiuta. Lo staff tecnico è recentemente cambiato e dall'anno prossimo in panchina ci sarà un nuovo allenatore. Il gruppo non è più solido come in passato e gli stranieri non danno più lo stesso contributo».