HCLIl Lugano prova a essere più forte dei guai

LUGANO - In frenata dopo un buon inizio di stagione, rallentato anche e soprattutto da un’infermeria affollata, il Lugano sta lavorando sodo per farsi trovare pronto per gli impegni del weekend. Partendo da quello, non semplice, di venerdì a Davos, nel quale Luca Gianinazzi dovrebbe poter contare su Alatalo, Hausheer e anche Zohorna.

«Nell’ultima partita Alatalo e Hausheer sono riusciti a giocare normalmente, quindi ci aspettiamo che possano essere della contesa - ha spiegato il coach bianconero - Però fino a domani non si avrà mai la certezza assoluta. Lo stesso, il day to day, vale per Zohorna (che ha subito una discata in bocca nell’allenamento di lunedì, ndr): lo hanno ricucito e il danno è riparato. Però per esempio oggi (giovedì) non avrebbe potuto giocare. Vediamo come si sveglia, come sta. Domani sarà ancora visitato dal medico e poi sapremo qualcosa in più. Per quello che ho sentito io, gli hanno messo cinquantacinque punti».

Manca (anche) Dahlström.
«Ha ricominciato a pattinare, lo ha fatto in maniera leggera. Diciamo che è sulla via del rientro. Non sappiamo però ancora quanto ci vorrà, sicuramente non sarà questo weekend».

Almeno, a breve a disposizione ci sarà il nuovo arrivato Justin Schultz.
«È un giocatore di qualità, che ha un curriculum che parla per sé stesso. Era un'occasione che, come club, non potevamo farci scappare. Siamo contenti che arriva per darci una mano in un momento topico della stagione, però credo che il suo ingaggio sia anche più a lungo termine. Da allenatore mi fa piacere poter lavorare con un giocatore del genere. E penso che per me la cosa potrà essere interessante. Quando ci sono delle persone che hanno così tanta esperienza, per me è importante perché posso rubare loro qualcosa da portare avanti nella mia carriera. È già successo così in passato. Però poi diciamo che nella parte giornaliera non cambia cosa hai fatto. Ha i suoi due anelli ma non è che quando arriva in questo spogliatoio quello cambia qualcosa».

In allenamento hai raccontato di una Lega equilibrata nella quale il Lugano può essere un top team.
«È chiaro che questo non è un momento perfetto per noi. È inutile nascondersi: quando perdi le partite è chiaro che non sei mai contento. Però dall'altra parte il messaggio è che, con le squadre tutte vicinissime, se prendiamo i punti che ci mancano perché abbiamo giocato delle partite in meno, siamo nella top-5. Certo, devi andare a farli. Penso che questo sia il punto chiave. Non è che perché abbiamo perso un paio di partite allora dobbiamo cominciare a dubitare di noi stessi. Anzi, dobbiamo avere il coraggio, come squadra, di andare a Davos a prendere i punti che vogliamo». 

Senza i primi due centri non avrebbe senso un hockey più conservativo?
«Se pensate che a Friborgo abbiamo concesso cinque tiri dallo slot in tutta la partita… penso che giocare più difensivo di così diventa complicato. Il fatto di essere attendista, per me non è per forza uguale a essere difensivo. Vogliamo essere solidi difensivamente ma essendo attivi, questo per me è importante. Ci mancano i primi due centri ma non è che cambia la filosofia di come vogliamo giocare». 

Che Davos si vedrà?
«Ha avuto dei momenti, un po' di difficoltà, all’inizio ma adesso ha trovato la sua velocità di crociera. Gioca bene e ha una solida identità di gioco. Non sarà una partita facile».