«La Svizzera è cresciuta negli ultimi quattro anni»
Verso il Brasile con grande fiducia.
DOHA - Quattro anni fa, in Russia, contro il Brasile la Svizzera era data per spacciata. Sappiamo poi tutti come andò a finire. Lo sa anche Xherdan Shaqiri, che era in campo in quel match aperto da Coutinho e chiuso da Zuber.
«Mi ricordo quel Brasile-Svizzera, certo, mi ricordo il pareggio - ha commentato il trequartista rossocrociato nella conferenza stampa di presentazione alla sfida ai verdeoro - Quindi sappiamo che anche domani possiamo fare qualcosa. Il Brasile di oggi sembra più forte di quello del 2018, è vero: è più equilibrato e ha più esperienza. Ha impressionanti qualità offensive ma è anche ottimo in difesa, dove è sicuro e ha giocatori esperti che sanno infondere calma. Ma anche questa squadra ha dei punti deboli. Pure la Svizzera, poi, è cresciuta negli ultimi quattro anni: abbiamo dimostrato di saper ottenere risultati positivi contro le big».
Di complimenti ai sudamericani ne ha fatti molti anche Murat Yakin che però, sornione, ha confidato di pensare più alla sua Svizzera che alla truppa del collega Tite. «Non ci sarà Neymar - ha raccontato il selezionatore rossocrociato - e questo mi rattrista molto. Vorremmo infatti sempre che i migliori fossero in campo per lo spettacolo, per lo sport, non certo in infermeria. L’assenza di un campione, in ogni caso, non so se sarà davvero un handicap per il Brasile. Hanno così tanti giocatori di qualità da avere la possibilità di mettere insieme tre squadre più che competitive. Tite non avrà problemi a sostituire Neymar con qualcuno anche più pericoloso. Ma questo non mi preoccupa: sono concentrato sui nostri punti di forza. Sul nostro sistema, sul nostro collettivo, che ha ottime individualità, tanta aggressività e grande capacità di adattamento. La Svizzera non sbaglia mai l'approccio alle grandi sfide».