«La Serbia? La temo parecchio. Parecchio»
«Non basta schiacciare un pulsante per passare dalla modalità difensiva a quella offensiva. Non funziona così».
DOHA - Due partite giocate (e una contro il fortissimo Brasile), un solo gol subito: non si può dire che la Svizzera non abbia una fase difensiva estremamente solida. Due partite giocate (e una contro il non irreprensibile Camerun), un solo gol segnato: non si può dire che la Svizzera non abbia una fase offensiva piuttosto arida.
I Mondiali della truppa rossocrociata sono finora stati tutto solidità e prudenza. Bene dalla metà campo in giù, quasi nulla dalla linea centrale in su.
«Contro il Brasile, la Nazionale ha fatto una partita di contenimento - ha spiegato Arno Rossini - Sommer e compagni sono stati anche bravi. Non aver fatto neanche un tiro in porta però è grave».
Era pur sempre il Brasile.
«Ma anche con il Camerun non è andata benissimo. Abbiamo tenuto il pallone e controllato il gioco, è vero, ma alla fine di occasioni ne abbiamo create molto poche. Due-tre al massimo. Diciamo la verità, finora in Qatar a Xhaka e compagni è mancato il coraggio. Animus pugnandi? Io non l’ho visto. Per far sì che questi Mondiali siano ricordati dai tifosi, serve qualcosa di più».
Shaqiri e Okafor, per esempio.
«Sono i due giocatori più forti che abbiamo in rosa. È indispensabile averli in campo entrambi, o almeno uno, perché senza di loro perdiamo molto. Yakin però dovrebbe, a mio avviso, anche pensare a un modulo diverso. Magari la difesa a tre con Schär-Akanji-Elvedi e il doppio attaccante Embolo-Seferovic. Forse si rischierebbe di più, è vero; con un po’ di flessibilità non saremmo tuttavia totalmente passivi in attacco».
Muovendosi con prudenza, la Svizzera ha per il momento ottenuto quanto si aspettava. E giocando con prudenza contro la Serbia, non subendo, potrebbe garantirsi quel punto che le manca per arrivare agli ottavi.
«Questo è verissimo. Cominciare la partita pensando prima di tutto a non subire, concentrarsi su una fase difensiva fin qui dimostratasi ottima, puntare al pareggio insomma, sarebbe in ogni caso molto pericoloso. Se il match dovesse prendere una brutta piega, mentalmente sarebbe infatti difficile cambiare atteggiamento. Non basta schiacciare un pulsante per passare dalla modalità difensiva a quella offensiva. Non funziona così. E con la Serbia io mi aspetto una sfida difficile. Loro sono forti fisicamente, bravi tecnicamente, sono incattiviti dal fatto di aver buttato due punti contro il Camerun e scenderanno in campo con il coltello tra i denti … li temo parecchio. Parecchio».