«Modric ha 37 anni ma sembra ancora quel bambino che giocava felice nel cortile della scuola»
Arno Rossini: «La Germania? Non è una Formula 1, forse più un carretto lento».
DOHA - Una ha inopinatamente perso contro il Giappone e pareggiato una bella partita contro la Spagna. L'altra ha battuto senza merito il Canada e poi è stata sculacciata dal Marocco. Non c'è dubbio: Germania e Belgio sono due tra le grandi delusioni di questi Mondiali. I tedeschi si giocheranno ora tutto contro la Costa Rica, i belgi disputeranno invece la loro finale contro la Croazia.
«La Germania ha un grosso potenziale inespresso - è intervenuto Arno Rossini - finora non ha convinto ma sta pagando le assenze importanti, come quella di Kroos (che dopo l’Europeo ha chiuso con la sua nazionale, ndr), e le scarse prestazioni di qualche giocatore, vedi un Müller ormai in calo. Ha comunque tutto per passare il turno, ma non la vedo protagonista fino alla fine».
La massima di Gary Lineker (“Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti e alla fine la Germania vince”) questa volta potrebbe quindi non valere?
«La selezione tedesca non mi sembra solida e organizzata come invece dovrebbe essere una pretendente al titolo. Non è una Formula 1 insomma, forse più un carretto lento».
Anche dovessero passare il turno, quindi, Neuer e soci avrebbero poi vita breve?
«Dipende: dovessero trovare un po' di discesa, un po' di strada potrebbero anche farla. Non molta comunque, secondo me».
Alla vigilia dei Mondiali, i Diavoli Rossi del Belgio, invece, erano indicati tra i favoriti. E hanno sorpreso. In negativo ovviamente.
«Quel gruppo ricco di vecchie star, quasi un cimitero di vecchie star, sembra avere tutto fuorché la necessaria solidità e unità di intenti. I giocatori non sono infatti solidali gli uni con gli altri e in campo si vede. È da qualche anno, ormai, che nelle grandi manifestazioni i belgi sono guardati con attenzione da tutte le rivali. Non sono però finora mai riusciti a confermare le previsioni. Sono bravi, è vero - anche se qualcuno in nazionale è un'ombra rispetto a quello che fa nel suo club, mi riferisco per esempio a de Bruyne - ma non sono stati in grado di salire l'ultimo gradino. A questo punto non so se lo faranno mai. E se sprecassero anche questa occasione potrebbero tornare a vivere anni bui. L'ultima grande selezione prima di questa, da quelle parti, è stata quella di Vincenzo Scifo. Stiamo parlando di 20-25 anni fa. Magari per la prossima generazione d’oro dovranno attendere altrettanto».
Si giocano tutto contro la Croazia.
«Squadra che si è sbloccata davanti e che è guidata in modo impareggiabile da Modric. Il centrocampista del Real ha 37 anni ma sembra ancora quel bambino che, mi immagino, giocava felice nel cortile della scuola».
I croati sono dunque favoriti?
«Il Belgio va a casa».