Luis Enrique, Tite, van Gaal, probabilmente Santos... un'eliminazione dolorosa quasi sempre coincide con una rivoluzione
Poche, tra le sedici nazionali approdate agli ottavi, confermeranno il loro selezionatore.
DOHA - Chi ha deluso, salvo rari casi, se n'è andato. Questo ha fin qui detto la storia di Qatar 2022.
Partiti promettendo emozioni e risultati, quelli che non sono riusciti a garantire i secondi hanno deciso di dimettersi. O “sono stati” dimessi. Stiamo ovviamente parlando degli allenatori, protagonisti al pari dei giocatori sul palcoscenico dei Mondiali ma al contrario di essi obbligati a vivere alla giornata. Costretti a mettere in conto un futuro incerto.
Ancora sospesi Didier Deschamps, Zlatko Dalic, Walid Regragui e Lionel Scaloni, che il loro destino avranno la possibilità di deciderlo tra le semifinali e le finali, degli altri dodici selezionatori capaci di portare una nazionale agli ottavi di finale in Qatar molti hanno già voltato pagina. Altri sono invece sul punto di farlo. Quelli che hanno impiegato meno tempo a salutare sono stati coloro i quali hanno legato il loro nome ai risultati più sorprendenti. In negativo ovviamente. Luis Enrique, arenatosi con una Spagna cervellotica, Tite, massacrato per aver perso ai rigori con la Croazia una partita che avrebbe dovuto chiudere in 90’, e Louis van Gaal, che a 71 anni e al terzo “mandato” ha capito che il suo tempo con l’Olanda era definitivamente finito.
Ancora sospesi, ma solo perché l’eliminazione patita rispettivamente contro Portogallo e Inghilterra è ancora “calda”, sono invece al momento in cui scriviamo Fernando Santos e Gareth Southgate. La possibilità di continuare nel loro lavoro sono, in ogni caso, per il 68enne e per il 52enne, vicine allo zero.
Gli altri, insieme con i giocatori (e i tifosi) hanno vissuto la tristezza di un’eliminazione che però era stata messa in preventivo. Così hanno salvato la faccia e forse il posto. È questo il caso di Czeslaw Michniewicz, che sta trattando il rinnovo con la Polonia, Graham Arnold, che in Australia ha raccolto consensi, Hajime Moriyasu, accolto come un eroe al rientro in Giappone, Gregg Berhalter, che gli USA vorrebbero trattenere, e Aliou Cissé, che in Senegal apprezzano molto. Un caso a parte è quello di Paulo Bento, che nonostante gli ottimi risultati raggiunti dalla Corea del Sud ha deciso di cambiare aria.
Ne manca uno. Murat Yakin. La Svizzera ha deluso, ma il 48enne è ancora ben saldo sulla panchina.