In Argentina è festa nazionale. Intanto il Mondo celebra Messi e la Selección, nell'Olimpo dopo il trionfo nella finale delle finali.
Decollata da Doha, l'Albiceleste - in volo con la Coppa - è finalmente atterrata in Patria.
BUENOS AIRES - Colori, caroselli, balli e canti in tante parti del pianeta per celebrare l'Albiceleste, con le bandiere dell'Argentina a sventolare nei luoghi simbolo. Queste le immagini che abbiamo ancora negli occhi dopo la consacrazione definitiva di Messi e della Selección, che in Qatar ha messo le mani sul terzo Mondiale della propria storia.
Un trionfo atteso 36 lunghi anni, giunto al termine di una sfida «pazza, irrazionale e crudele», per prendere in prestito le parole della stampa francese. Un traguardo che mancava dai tempi di Maradona, morto due anni or sono, e che per molti argentini - dall'alto - ha guidato la squadra di Scaloni a questa vittoria.
Milioni di persone si sono così riversate per le strade - ad immagine della folla nei pressi dell'Obelisco nel centro di Buenos Aires o a Rosario, città Natale di Messi - per una festa “esagerata” e capace di far dimenticare le difficoltà economiche del paese. I campioni del Mondo, rientrati in patria con un volo decollato da Doha e che ha fatto scalo tecnico a Fiumicino, sono stati accolti con tutti gli onori del caso. Le prossime tappe delle celebrazioni - meritatissime quanto attese - le decideranno i giocatori, lo staff tecnico e la Federcalcio Argentina (AFA).
Intanto in Francia, al di là di qualche polemica sul terzo gol dei sudamericani, si è dato grande risalto alla sconfitta onorevole dei Blues, che escono comunque a testa altissima e con la certezza di poter tornare all'assalto del trofeo già nel 2026. «Ci rivedremo», ha promesso Mbappé, capocannoniere del torneo con 8 gol. Chi invece non ci sarà è Karim Benzema, che ieri ha ufficializzato l’addio alla Nazionale.