Nuove ombre sui comportamenti del Cabroncito, vincente ma - ai più - antipatico.
«Ricorre a trucchi e poi va nei box facendo la faccia innocente»
CERVERA - Vince sempre e per questo non può essere simpatico. Nessun campionissimo dello sport, all’apice della carriera, lo è. Marc Marquez riesce però davvero ad attirare grandi antipatie, molte più di quelle generate da qualche suo illustre collega. E questo non ha nulla a che fare con i risultati, quanto piuttosto con un comportamento - in pista - da sempre “al limite”. Tra i grandi critici del Cabroncito c’è Chicho Lorenzo, papà di Jorge, che ha usato parole molto dure per “descrivere” il 27enne di Cervera.
“Marc odia i rivali e contro di loro attua una strategia che si può chiamare in un solo modo: vendetta - ha raccontato Chicho Lorenzo - ha fatto così per esempio in Malesia nel 2015: in quella gara si è concentrato esclusivamente sulla distruzione della carriera di Valentino Rossi, facendo di tutto per non fargli vincere il titolo».
Pur non condividendo la conferenza stampa “provocatoria” tenuta da Rossi in quel weekend, Lorenzo Senior si è detto certo delle scorrettezze del connazionale. «Guardando i tempi dei giri, è chiaro che, invece di fare la sua gara, Marc si sia dedicato a infastidire Valentino. Marquez non avrebbe bisogno di tenere certi comportamenti perché si è già imposto come pilota di riferimento, ma in lui vedo spesso una mancanza di rispetto nei confronti degli altri. Per lui l’importante è vincere. A qualsiasi prezzo. E per farlo ricorre anche a trucchi antisportivi. Poi magari va a scusarsi nel box del rivale facendo la faccia innocente».
Come successo nel GP d’Argentina del 2018. «O nel GP di Aragon dello stesso anno (quando Marquez ha tagliato la strada a Jorge in partenza, facendolo cadere, ndr). Lì Marquez non ha sbagliato. La manovra è stata ben studiata, fatta da un pilota sempre molto preciso. Era tanto lontano dalla sua linea perché la sua intenzione era quella di fregare l’uscita di Lorenzo. Questo perché Jorge era quello che, in quel momento, lo stava mettendo più sotto pressione».