Sprint race o sprint qualifying, rischio flop? Assaggiamo, poi giudicheremo…
Per la Formula 1 sta arrivando un weekend storico. A Silverstone, dove nacque il 13 maggio del 1950, si prova un format inedito per accalappiare anche l’attenzione dei più giovani.
Dal nostro corrispondente, Umberto Zapelloni.
SILVERSTONE - Venerdì qualifiche in notturna o quasi, sabato sprint race di 100 km (17 giri) e domenica gara con lo schieramento di partenza dettato dall’ordine d’arrivo della mini gara del giorno prima. Un format inedito studiato per attirare ancora più pubblico (a Silverstone come già a Wembley e Wimbledon le tribune saranno piene) e cercare di accalappiare anche l’attenzione dei più giovani, sempre più attratti dalle emozioni brevi, ma intense.
Liberty Media ha anche rivisto gli orari: le qualifiche venerdì saranno alle 19 (le 18 di Londra) e la Sprint Race che viene chiamata Sprint Qualifying alle 17.30 di sabato. «Hanno deciso di posticipare l’orario del venerdì per permettere alla gente che lavora di tornare a casa e vedersi le qualifiche», racconta Iñaki Rueda, il responsabile delle strategie in Ferrari.
L’idea è quella di espandere le emozioni. Riempire i tre giorni con le prove libere era obiettivamente impossibile. Così al venerdì ci si gioca la pole, al sabato si corre la mini gara chiamata Sprint Qualifying per decidere lo schieramento di partenza della domenica e si chiude con la classica gara. Tre eventi al posto di due. Ma il vincitore resta uno solo, quello della domenica. Lo champagne (anzi lo spumante Ferrari) sarà riservato ai primi tre classificati della gara classica. Ai primi tre del sabato spetteranno pochi punti (3-2-1) e al vincitore il titolo di pole man del weekend. In premio avrà una mini gomma della Pirelli. Niente bollicine.
«Non preoccupatevi non sarà una Micky Mouse Race, una gara di Topolino: la macchina più forte vincerà – aggiunge Rueda – anche perché in pratica avremo una gara di 405 chilometri e non più solo di 305 con uno stop dopo i primi 100 chilometri e una ripartenza senza poter toccare le auto a meno di incidenti».
L’hanno chiamata Sprint Qualifying, ma è una mini gara in tutto e per tutto. Le partenze e i primi giri sono quelli che regalano più emozioni, più brividi. Con la mini race raddoppiano. Aumenteranno anche i sorpassi, ma finito il brivido della partenza poi che succederà? «Le simulazioni ci raccontano che poi i piloti non vorranno rischiare di compromettere la gara della domenica con un incidente che li farebbe scivolare indietro sullo schieramento…». Il rischio processione è altissimo. Quello che è successo a Baku dove la gara è ripartita per soli due giri è un’illusione ottica. Là c’erano in palio 25 punti, nella mini race 3 e i rischi sono enormi. Insomma la possibilità che l’idea si trasformi in un flop c’è. Ma sono stati bravi gli uomini di Liberty a decidere di provarla in tre weekend (Silverstone, Monza e San Paolo) prima di decidere. L’anguria capisci se è buona quando l’assaggi. Non prima. La Sprint Race o Sprint Qualifying che dir si voglia non è un mega cocomero, ma il senso non cambia. Assaggiamo, poi giudicheremo.