«Ora la lotta di Schumacher è contro le conseguenze della caduta»
Jean Todt accarezza lo sfortunato amico: «Possiamo solo sperare che la situazione migliori, anche se lentamente».
PARIGI - Come sta Michael Schumacher? Il muro di riserbo eretto a protezione dell’ex campione di Formula 1 è quasi impenetrabile. Ogni tanto però qualche parola sfugge al controllo e rompe il silenzio, dando qualche informazione in più sulle reali condizioni del tedesco. L’ultimo aggiornamento è arrivato direttamente da Jean Todt, uno dei pochissimi ai quali è permesso di avvicinare Schumi, feritosi gravemente a causa di una caduta con gli sci nel dicembre 2013.
Raccontando del suo ex pupillo, il presidente della FIA ed ex ad della Ferrari non ha potuto non elogiare quanto fatto negli ultimi anni dalla moglie.
«Corinna voleva che Michael non morisse - ha raccontato alla Bild il dirigente francese - ed effettivamente, con l’aiuto dei medici, è sopravvissuto, seppur con conseguenze. Lei è una donna straordinaria, che guida la famiglia e che ora è impegnata proprio a far lottare il marito contro le conseguenze della caduta. Noi possiamo solo sperare che la situazione migliori, anche se lentamente».
Ora 52enne, l’ex campionissimo ha cominciato il suo calvario durante una giornata di svago con il figlio (Mick, ora protagonista in Formula 1). A Meribél cadde colpendo una roccia con la testa. Apparso subito in condizioni gravi, fu elitrasportato a Grenoble, dove fu operato d’urgenza e posto in coma. Dopo sei mesi di terapia, durante la quale divennero evidenti i danni cerebrali subiti, fu deciso il suo trasferimento a Losanna, dove le cure continuarono. Lo step successivo fu il trasferimento nella sua casa di Gland dove, allestite con i migliori macchinari delle camere a lui riservate, Michael fu da subito seguito notte e giorno da una squadra di specialisti per una complessa e lunghissima riabilitazione. Da allora però, appunto, salvo rare parole da parte degli amici più stretti, mai dalla famiglia che ha continuato a proteggerne la privacy, di Schumi non si è saputo più nulla di certo. Ci sono state le speculazioni, come quella del neurologo Erich Riederer che ha immaginato il tedesco in uno stato vegetativo irreversibile, e le parole un po' più speranzose di Elisabetta Gregoraci - ex moglie di Briatore, al tempo manager e amico di Michael - che ha parlato della sua capacità di comunicare solo attraverso gli occhi. In generale, tuttavia, chiunque abbia avuto la possibilità di avvicinarlo ha sempre preferito evitare un commento. Come Luca Badoer, ex collaboratore ai tempi della Ferrari, per esempio, che ha chiuso la questione con un: «Si, mi fa male, ma non dirò una sola parola sulle sue condizioni».