Il pilota olandese conduce la generale (224,5 punti), tre lunghezze di vantaggio su Hamilton (221,5).
Nel 2020 la vittoria finale sul circuito italiano andò a Pierre Gasly.
MONZA - Prossima fermata Monza. La Formula 1 si appresta a entrare in quello che viene da sempre chiamato il Tempio della Velocità , uno dei circuiti più iconici del mondiale dove la potenza del motore viene esaltata. Dopo la marea arancione di Zandvoort, la colorazione dovrebbe virare al rosso nonostante le limitazioni dettate dalle misure anti Covid e il momento non esattamente esaltante della Ferrari. I biglietti venduti però saranno solo 16 mila e il 30% se lo sono accaparrati i tifosi di Max in arrivo dall’Olanda. C’è insomma un rischio orange anche nel bel mezzo del Pianeta rosso. Monza però è Monza, è il centro della passione dei ferraristi che, dopo un anno di astinenza torneranno a vedere dal vivo le monoposto all’interno del Parco sfidando anche il caro biglietti. Non potrà esserci il tutto esaurito, non potrà esserci pubblico sui prati, sarà vietata anche l’invasione di pista, ma il Gran premio d’Italia che era nato esattamente 100 anni fa a Brescia, si prepara un weekend particolare.
Torna la formula della Sprint race (o Sprint Qualifying) già sperimentata a Silverstone dove ha riscosso un certo successo. Venerdì qualifiche vecchia maniera, sabato mini corsa per decidere lo schieramento della gara e domenica Gran premio: il programma è semplice e ricco perché dà un senso pure al venerdì e assegna punti (3-2-1) al sabato, punti che possono sembrare pochi ma che in un campionato così tirato assumono una certa importanza. Lo dimostra la caccia al giro più veloce e al punticino che regala a chi lo ottiene. L’anno scorso con l’autodromo vuoto vinse l’unico pilota che ha la residenza a Milano, Pierre Gasly, facendo suonare l’inno di Mameli grazie all’Alpha Tauri made in Faenza con capitali Red Bull.
Quest’anno i candidati alla vittoria sono i soliti due. Ormai il mondiale si è trasformato in un lungo duello tra Verstappen e Hamilton, un duello che in Olanda si è giocato a distanza, sulla strategia, ma che prima o li ritroverà ruota a ruota. È il destino delle grandi sfide in Formula 1 dove non si può combattere solo a distanza. Prima o poi si finisce con il prendersi a cazzotti. Negli ultimi 20 anni, 14 volte ha vinto chi ha conquistato la pole. A Monza con le auto di oggi (e anche quelle di ieri a dire la verità ) sorpassare non è semplice a meno che chi occupa la prima fila non pasticci come capitò a Vettel e Raikkonen nel 2018, ma quella volta Kimi aveva ricevuto la lettera di licenziamento poco prima della sua rabbiosa pole e poi al via non giocò certo di squadra. Prendere la scia prima della variante iniziale è una delle poche chance. Almeno questa volta raddoppia tra mini gara e gara vera e propria. È anche per questo che la nuova formula può funzionare. Basterebbe ridare valore al miglior giro del venerdì, considerare sua la pole position e tutto sarebbe più digeribile.