«Marquez non aveva paura di niente, ora invece a ogni caduta…»
Stoner: «Marquez non ha più i tempi di reazione del passato, deve cambiare stile di guida».
CERVERA - La rinascita è iniziata a inizio dello scorso mese quando, a Rochester, negli Stati Uniti, ha subito l’ultima operazione (la quarta) all’omero destro. Da allora Marc Marquez ha ricominciato a sperare, a lavorare, a vivere.
Reduce da un calvario lunghissimo, lo spagnolo ha scelto di tornare sotto i ferri per risolvere definitivamente tutti i suoi problemi e, così, rientrare - competitivo - nel Mondiale. Già ma quanto tempo ci vorrà prima che questo accada? Qualcuno ha ipotizzato un rientro a Misano, a inizio settembre. Secondo il fisioterapista Rudi Garcia, l’iberico dovrà invece ancora pazientare a lungo prima di guardare alle competizioni. «Marquez in pista a Misano? Sarebbe un suicidio - ha spiegato proprio Garcia - Non farei salire Marc su una moto prima di ottobre o novembre e anche in quel caso lo farei solo per vedere come si sente. Dobbiamo essere cauti: dobbiamo monitorare le fasi della guarigione, scongiurare il pericolo di complicazioni e valutare il modo in cui la spalla si adatterà alla “rotazione” che abbiamo dato all’omero. Già in passato siamo stati frettolosi e questo ha creato una situazione negativa. Una situazione che ha reso necessaria la nuova operazione, fatta per recuperare forza, capacità funzionale e far terminare il dolore».
Nessuna fretta significa che, salvo imprevisti, Marquez tornerà alle gare solo nel 2023. In più, quando lo farà, dovrà mostrare a tutti la nuova versione di sé. Di questo, almeno, è convinto Stoner: «Da giovane Marc era un martello - ha commentato l’australiano - Non aveva paura di niente, neppure degli infortuni. Spingeva e tutto andava bene. Ora invece ogni volta che cade si sente in pericolo e questo di sicuro fa crescere in lui molti dubbi. Per me ha bisogno di imparare a guidare in un modo diverso da com’era abituato. Non ha gli stessi tempi di reazione passato, deve cambiare».
Triste per la sorte capitata al connazionale si è poi mostrato Dani Pedrosa, uno che di operazioni… «Io sono stato fortunato: molte volte i dottori sono infatti riusciti a risolvere tutto con il primo intervento. Ma ho anche avuto operazioni che non hanno funzionato immediatamente. Sfortunatamente a Marc le cose non sono invece andate per il verso giusto. E questa è una situazione che non auguro a nessuno».