Formula 1 in vacanza, «Ma in vacanza da cosa?»
Leclerc in barca, Hamilton in Africa, Wolff paparazzato, ma la vacanza era necessaria?
STAVELOT - La Formula 1 è in vacanza. Dal 2009 è addirittura obbligata a chiudere per ferie, come se fosse un’azienda della vicina Penisola. Ricordate cosa pensava Marchionne di quest’abitudine tutta italiana? «Ma la gente dove è?». «Eh, sono in ferie». «Ma in ferie da cosa?», disse in un suo mitico discorso.
Da quando il Mondiale si è allargato, come per noi comuni mortali dopo la grigliata ferragostana lo stop estivo è diventato un obbligo, inserito addirittura nel regolamento (articolo 21.8). Chi non lo rispetta rischia di essere penalizzato. I piloti ringraziano. Chi dalla barca come Leclerc, Sainz, Alonso, Norris, chi dall’Africa come Lewis Hamilton impegnato in una missione salva animali dopo aver raccontato a Vanity Fair i benefici che ha avuto da quando è diventato vegano. Il tutto è ovviamente documentato via Instagram. Solo Verstappen ha preferito staccarsi anche dai social, di cui non è comunque un grande patito.
Non è sempre andata così però. Nella sua storia, la Formula 1 ha corso sei Gran Premi a Ferragosto. Tre in Austria e tre in Ungheria, classiche tappe estive del circus. Nel 2004 la Ferrari ha pure festeggiato il titolo costruttori, l’ultimo dell’era Schumacher. Nel 1976 la Ferrari aveva invece boicottato il Gran Premio d’Austria del 15 agosto, due settimane dopo il rogo di Lauda al Nürburgring, per protesta contro la FIA che aveva riammesso Hunt in classifica nel GP di Spagna. È di Ferragosto anche l’indimenticabile vittoria di Elio De Angelis nel 1976 in Austria, quando allo sprint superò Keke Rosberg di 0"050.
La domanda è: fa bene la Formula 1 a spegnere i motori nel mese in cui la gente ha più tempo da dedicare allo sport “visto”? C’erano infatti un sacco di tifosi che programmavano le loro ferie per andare a seguire le gare. Ci sarà un motivo per cui quasi tutti gli sport organizzano le loro rassegne (mondiali o europei che siano) in agosto? La Formula 1 preferisce invece mettere in calendario tre gare di fila a luglio e tre gare a inizio settembre lasciando nell’ottavo mese dell’anno un buco di tre settimane di cui, in più, due di silenzio totale con i team obbligati a mettere i sigilli alle fabbriche. Certo è giusto mandare in ferie i meccanici e permettere a Toto Wolff di farsi parapazzare sulla barca di Briatore in Sardegna, ma magari ai tifosi questo agosto a motori spenti non piace troppo.