I guai della Honda, i problemi della Yamaha, i sogni della KTM… i nodi vengono al pettine
Test e risposte, a Portimão si disegna la griglia di partenza.
PORTIMÃO - Hanno tutti voglia. Di risalire in sella, di cominciare a correre, di andare a scoprire come saranno le gare sprint che saranno introdotte in questa stagione. Manca poco ormai, poco più di due settimane al primo weekend stagionale della MotoGP, con il Portogallo che prende il posto del classico Qatar. Ma prima… prima ci sarà Portimão sotto gli occhi di tutti. Perché sabato e domenica, sui suoi saliscendi a pochi chilometri dal mare dell’Algarve, ci saranno gli ultimi test invernali. Im-por-tan-tis-si-mi. Per tutti ma, soprattutto, per chi in questo momento si trova a inseguire. Ovvero, in primis, per Honda e Yamaha.
La prima è costretta a riscattare velocemente quella che è stata la peggior stagione della sua storia, nemmeno una vittoria conquistata, come invece è riuscito agli altri cinque “marchi” sulla griglia (un record per la MotoGP), con l’onta dell’ultimo posto tra i costruttori. Deve reagire la Casa motociclistica più grande del mondo, che dopo avere aperto per anni la strada a livello tecnologico, adesso si trova costretta a un’affannata rincorsa, come i test in Malesia hanno confermato. Anche perché sulla testa pende la spada di Damocle di un possibile addio futuro di Marc Marquez, qualora i risultati non fossero all’altezza della sua ambizione smisurata e di un fisico finalmente recuperato dopo le quattro operazioni al braccio sinistro.
La seconda, la Yamaha, è invece obbligata a crescere soprattutto a livello motoristico, per permettere a Fabio Quartararo e a Franco Morbidelli di giocarsela contro i missili Ducati e Aprilia. I test in Malesia in questo senso sono stati caratterizzati da luci e ombre, con progressi visivi che in parte hanno rincuorato El Diablo, ma anche dubbi enormi quando si è trattato di andare a caccia del giro veloce. Con quello che, sulla pista di Sepang almeno, è sembrato essere un matrimonio piuttosto turbolento con le gomme Michelin. Sono riusciti in questo mese e mezzo i tecnici di Iwata a risolvere il problema? Devono spingere, osare e rischiare, le due giapponesi, come non è mai stato nella loro mentalità.
Deve farlo anche la KTM, per uscire da quello status di moto competitiva solo a sprazzi. Possono invece concentrarsi soprattutto sui dettagli Ducati e Aprilia, che in Malesia hanno dimostrato di essere ripartite da una base molto solida. A Borgo Panigale, principalmente, si lavora senza la pressione di chi si trova a inseguire. Dopo gli autogol di inizio 2022, quando si era voluta gettare troppa acqua al fuoco, in casa della Rossa hanno capito che a volte bisogna anche imparare a rallentare per, semmai, affinare al meglio le armi già a disposizione. Con otto moto in pista, tutte veloci, guidate dal campione del mondo Francesco Bagnaia, nei test portoghesi forse inizieremo a capire se ci sarà qualcuno capace di star loro davanti.