BMW, Yamaha, Ducati: solo buoni affari per il Dottore
Rossi è pilota, proprietario, ambasciatore…
JEREZ - Vince sempre, non importa da quale lato della storia lo si guardi. E da quale tipo di “divisa” indossi. Perché da questa stagione, dopo avere debuttato nel 2022 nelle corse automobilistiche da pilota dell’Audi, Valentino Rossi è diventato pilota ufficiale della BMW. Ma mica finisce qui. Siccome la sua storia è stata, è, e per sempre sarà legata a filo doppio alle due ruote (anche se si è ufficialmente ritirato dalle competizioni alla fine del 2021), nel mondo della MotoGP Vale è una presenza che conta. E non solo per i 9 Mondiali e le 115 vittorie conquistate, secondo nella storia solo a Giacomo Agostini, ma anche perché, con la sua VR46 Riders Academy sta lasciando il segno. Ha allevato giovani promesse che con il passare degli anni si sono rivelate grandi piloti (e due di loro anche campioni del mondo) ed è sbarcato nel Mondiale con una sua squadra: prima l’esordio in Moto3, poi il passo in Moto2 e, infine, lo scorso anno il grande salto in MotoGP.
Ed è qui che risiede la sua grandissima qualità di acrobata a livello di relazioni ma, soprattutto, di uno che quando decide di fare una cosa, la fa senza preoccuparsi di nulla. La parte più gloriosa della storia di Valentino è stata sicuramente in sella alla Yamaha, con la quale ha conquistato 4 dei suoi 9 Mondiali, e la logica avrebbe voluto che a fine carriera quella sarebbe stata la Casa con la quale avrebbe assaggiato la MotoGP. Anche perché, proprio con la Casa di Iwata aveva stretto un accordo per la creazione del Mastercamp VR46, destinato alla crescita di giovani piloti asiatici. E, invece, eccolo scegliere quella Ducati che, dopo una crescita continua e sempre più esplosiva, in questi due anni è diventata senza se e senza ma la moto migliore sulla griglia di partenza.
Ma il cuore (e un po’ anche il portafoglio, ammettiamolo), non si scorda mai del passato e così, dopo una trattativa che era già partita all’inizio della scorsa stagione, ecco che nel fine settimana a Jerez Valentino e Lin Jarvis, managing director della Yamaha, hanno firmato l’accordo che fa del Dottore un ambasciatore del marchio giapponese. Poi, la gara per la sua ex squadra è andata malissimo, quella della sua attuale VR46 è andata così così, con il fratello Luca sesto... ma Marco Bezzecchi caduto e non più leader.
Ma siccome Valentino è uno che alla fine qualcosa a casa porta sempre… domenica, trionfando da grande della moto, a farlo felice è stato il suo allievo Francesco Bagnaia. Ecco quindi che a fine gara Rossi si è tolto il giubbetto della Yamaha e del team Mooney, ha indossato quello più sobrio della VR46 Academy e si è presentato all’interno del box della Ducati, per posare per una foto ricordo assieme a Pecco al fianco della sua Desmosedici. Poi salutati tutti, è salito sulla BMW presa a noleggio ed è partito per l’aeroporto di Jerez. Valentino, uno, trino e vincente. Sempre. Trovatene voi un altro così.