Nel weekend la Formula 1, ormai già ampiamente decisa, sarà accolta dall'Olanda. O meglio da una folla tutta per Max...
MARANELLO - È più facile che il film di Michael Mann su Ferrari vinca a Venezia che una Ferrari vinca il Gran Premio d’Italia che si sta avvicinando. La Formula 1, dopo la pausa più lunga degli ultimi anni, è pronta a ripartire da dove era rimasta, ossia dal dominio della Red Bull di Max Verstappen. Si ricomincia dall’Olanda, da casa Verstappen, dove tutto sarà colorato di arancione. Da quando il Mondiale è tornato a correre a Zandvoort due anni fa, ha vinto, anzi dominato Max che ha sempre conquistato pole e Gran Premio.
A dieci gare e tre sprint (Brasile, Qatar e Austin) dalla fine del campionato (26 novembre ad Abu Dhabi), è già partito il conto alla rovescia per vedere quando Max potrà festeggiare il suo terzo titolo consecutivo. Oggi ha 125 punti di vantaggio su Perez e 165 su Alonso, con 299 punti ancora in palio bisognerà attendere almeno il Gran Premio del Giappone per la certezza aritmetica, anche se nessuno mette in dubbio che finirà come avevamo intuito fin dalla prima gara dell’anno a marzo. «La Red Bull non ha trovato il proiettile magico ed è meglio di noi un po’ in tutto – spiega Fred Vasseur grande capo della Ferrari – il nostro obiettivo in questa seconda parte della stagione è cercare di migliorarci ancora un po’ in tutti i settori. Il secondo posto della Mercedes è lontano, ma mi accontenterei di avere un passo gara migliore del loro nei Gran Premi che mancano». Di vincere, ovviamente non si parla.
Il problema principale di questa Formula 1 che colleziona esauriti in tutti gli autodromi dove corre (ma a Monza si rischia di non farcela per colpa della Ferrari), è l’assoluta mancanza dell’incertezza del risultato. Senza Red Bull, anzi senza la Red Bull di Verstappen, il campionato sarebbe stato divertente con cinque vincitori diversi (Perez, Hamilton, Alonso, Leclerc e Norris). Ma la perfezione di Max ha tolto ogni suspense, è un po’ come scrivere il nome dell’assassino nella prefazione di un libro giallo. Max toglie il mistero alla Formula 1, ma gli va riconosciuto di essere diventato quasi perfetto. Sta correndo come Senna senza gli errori che Ayrton ogni tanto ci piazzava, ha detto un amico che con Senna ci correva. Non ha la magia di Ayrton in qualifica, ma in gara è diventato un vero martello pneumatico. Quasi Schumacheriano per scomodare un altro paragone.
È vero che nella Formula 1 di oggi la macchina produce il 70/80% del risultato, ma la macchina bisogna guidarla in quel modo. Se Schumacher ci riusciva meglio di Irvine, Barrichello e Massa e Max ci riesce meglio di Perez una spiegazione c’è. Certo, sarebbe bello vedere sulla seconda Red Bull Hamilton, Leclerc o Norris, ma purtroppo Ron Dennis è in pensione a godersi i suoi soldi. E oggi non c’è in giro nessuno disposto ad alzare così tanto il livello del rischio.