Monza in vista, la Ferrari confida nei Santi
A Maranello serve tanta, tanta, tanta pazienza.
MONZA - Tra le tante variabili impazzite che hanno vivacizzato il Gran Premio d’Olanda ce n’è una che non sbaglia mai la strada che la porta sul gradino più alto del podio. È quella percorsa da nove gare di fila da Max Verstappen, l’unico impermeabile a pioggia, vento e tempesta. Lui viaggia su un altro pianeta. E continuerà a farlo. Secondo Charles Leclerc che rischia di cadere in depressione, andrà avanti a dominare fino al prossimo cambio regolamentare previsto nel 2026. Speriamo si sbagli. Certo, a giudicare dai non progressi della Ferrari, potrebbe anche avere ragione. A sognare di battere la Red Bull di Max (quella di Perez la battono già) però non c’è solo la Scuderia, ci sono team che in questi mesi hanno fatto progressi decisamente migliori di quelli made in Maranello. McLaren, Mercedes, Aston Martin, perfino la Williams sono migliorate. In Olanda si è rivista anche l’Alpine. La Ferrari no. Continua a viaggiare sulle montagne russe. Un Gran Premio ti illude di aver visto la fine del tunnel, la gara dopo sprofonda minando anche la fiducia di un ragazzo che potrebbe diventare un campione assoluto come Charles.
Per fortuna sta arrivando il Gran Premio d’Italia, su una pista che dovrebbe riportare le rosse sulla parte più alta della montagna russa. Non ci si può aspettare di vedere vincere una Ferrari perché, anche se sarà molto competitiva in qualifica, poi in gara avrà il solito problema di consistenza. Però Monza è una sede certificata di miracoli. Quello storico risale a 35 anni fa, quando il Mondiale 1988 era dominato dalla McLaren che con Senna e Prost vinse 15 gare su 16 in programma. L’unica sconfitta di quella stagione da record (che la Red Bull può offuscare trionfando sempre) arrivò proprio a Monza, quando Ayrton Senna che stava dominando incappò in un doppiato (Schlesser) alla prima variante, lasciando via libera a una doppietta Ferrari con Berger e Alboreto. Era il primo Gran Premio d’Italia dopo la morte di Enzo Ferrari. Era chiaro che lassù qualcuno amasse le monoposto del Cavallino. Pensare che il Verstappen di quest’anno possa incappare in un errore come quello che fermò la corsa di Senna l’11 settembre 1988 è difficile. Max sta viaggiando con un margine di sicurezza straordinario. Senna lottava contro Prost. Era un duello senza freni e senza limiti. Verstappen ha già in tasca il campionato. Può correre per vincere anche senza rischiare. E soprattutto, non è detto che dietro a una Red Bull ci sia una Ferrari. Oggi non è scontato.