L’otto volte campione del mondo ancora tradito dalla Honda
Continuare con la Casa giapponese o passare alla concorrenza? Lo spagnolo è indeciso.
MISANO ADRIATICO - Lo aspettava Marc. Lo aspettava la Honda. Lo aspettavano tutti. Erano mesi che Marquez indicava quella data, l’11 settembre, come momento cruciale destinato a definire il suo futuro. «Non mi aspetto grandissimi cambiamenti a livello di moto nel test di Misano, ma pretendo una reazione in termini di uomini e progetto. Non voglio più promesse, ma fatti».
Per lungo tempo l’otto volte iridato ha ripetuto questi concetti. E anche se lui per primo sapeva che difficilmente, nel giorno di test al Marco Simoncelli World Circuit, il prototipo 2024 al quale la Honda ha lavorato in questi mesi sarebbe stato un grosso passo avanti rispetto alla moto attuale, sicuramente si aspettava di vedere una certa discontinuità dal presente. Invece, alla fine della giornata, deluso da un mezzo dal comportamento simile alla moto che aveva guidato solo il giorno prima, lo spagnolo ha lasciato la pista con ancora più dubbi e, in mano, una margherita con tre petali da sfogliare.
Il piano A è quello di dare fiducia al colosso di Tokyo che, dopo avere preso sberle a ripetizione, ha promesso una forte reazione. E siccome stiamo parlando della Honda e non di un garagista con la passione delle corse (come quelli che contribuirono a rendere grande la Formula 1 degli Anni ’70 e ’80), ci sono pochi dubbi sul fatto che arriverà il momento in cui tornerà a fare la voce grossa. Lo diceva anche il nugolo di ingegneri giapponesi che lunedì avevano preso d’assalto il box, a testimonianza di come, almeno a livello numerico e di impegno, la HRC stia reagendo. Il punto è: quanto tempo ci vorrà? Accadrà già nel 2025, l’anno dopo o quello dopo ancora? E, quindi, Marquez avrà la voglia di aspettare? Perché la palese insoddisfazione manifestata lunedì pomeriggio, ha ridato fiato alle trombe che nel corso del GP di San Marino parlavano addirittura di una clamorosa rottura. E questo è il piano B: ovvero quello di raggiungere il fratello Alex nel team Gresini, la struttura satellite della Ducati che con l’arrivo dell’iridato farebbe “bingo”. Mossa perfettamente legittima e auspicabile da parte di una squadra che, pagando le moto a Borgo Panigale, ha tutto il diritto di scegliere i piloti. Mossa che, tuttavia, irriterebbe una parte della Ducati, soprattutto se risulteranno vere le voci che parlano di un futuro prossimo, il 2025, che vedrà Marc correre per la KTM. Poter guidare per un anno la moto che sta dominando le ultime stagioni permetterebbe infatti allo spagnolo – che non può più permettersi di perdere troppo tempo – e ai suoi futuri capi di acquisire importanti informazioni sul comportamento e la tecnologia della Desmosedici. Quanto al piano C, coinvolgerebbe ancora Gresini, che potrebbe arrivare a rompere il contratto biennale appena rinnovato con la Ducati per passare assieme a Marc (e ad Alex) alla KTM.
«Tra India e Giappone deciderò cosa fare», ha detto Marquez. Resto, vado, compro. Quale petalo sceglierà?