Affaroni, passerelle e noia a stelle e strisce
Qualche battaglia per svegliare l'ambiente.
AUSTIN - C’era una volta l’America. Quella che nascondeva la Formula 1 nei parcheggi dei grandi alberghi di Detroit, Dallas o Las Vegas, perché non sapeva che farsene di quelle corse lì, fuori da quegli ovali che gli appassionati statunitensi amavano tanto. L’America aveva avuto due campioni del mondo a stelle e strisce come Phil Hill e l’italianissimo Mario Andretti, ma ha faticato a capire la Formula 1. Poi sono arrivati i padroni americani di Liberty Media, i social e la serie di Netflix. Oggi l’America ama la Formula 1 e le gare negli USA sono prima diventate due e quest’anno addirittura tre. Nel fine settimana si andrà in Texas, dove sabato a mezzanotte (ora europea) andrà in scena anche una gara Sprint, poi il 18 novembre arriverà il grande show di Las Vegas che andrà ben oltre quello visto a Miami.
In America la Formula 1 entra in una nuova dimensione. Attorno alla gara c’è di più. Hospitality che costano un occhio della testa, gente che vuole esserci a tutti i costi anche se poi magari preferisce bere champagne (o bollicine italiane) che guardare la gara. La Formula 1 non è quella che vedremo negli States, ma ha certamente bisogno anche di questo. Marco Tronchetti Provera, ceo di Pirelli, annunciando il rinnovo del contratto di fornitura esclusiva di pneumatici la scorsa settimana, ha sottolineato l’importanza del mercato a stelle e strisce e della nuova popolarità della Formula 1. L’America è un moltiplicatore di popolarità per chi investe sul circus e Liberty lo ha capito benissimo allargando a dismisura il campionato per avere addirittura tre gare da quelle parti senza dover cancellare i luoghi della tradizione.
Ci sarebbe un problemino però: il campionato è già deciso e in Formula 1 non c’è una zona champions o una zona retrocessione con cui esaltarsi. Bisogna inventarsi qualcosa per mettere del sale sulle cinque gare (più due Sprint) che ancora mancano alla fine. Per colpa (o merito) della Ferrari non possiamo più chiederci se la Red Bull vincerà tutte le gare del campionato, ma almeno possiamo interrogarci su Max: ha vinto 14 gare e batterà certamente il suo record di 15 in una stagione, ma dove arriverà? Fino a che punto alzerà l’asticella? E poi c’è la battaglia per il secondo posto tra i Costruttori con la McLaren che può portare via punti ai litiganti Mercedes e Ferrari. Ci sono le lotte interne alle squadre: Sainz-Leclerc; Hamilton-Russell; Norris-Piastri. Sarebbe bello ci fosse anche quella Verstappen-Perez, ma ormai abbiamo capito che è meno probabile di un campionato di Serie A senza scommesse. Proviamo a inventarci qualcosa per tenere alto l’interesse e non solo i calici pieni di bollicine come faranno gli americani.