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MOTOMONDIALETicino, MotoGP e... tanta passione: parla un ex pilota

07.06.24 - 07:00
Marco Colandrea ha commentato le prime sette gare stagionali della classe regina: «Mi diverto sempre e lo spettacolo è assicurato».
Foto, MC
Ticino, MotoGP e... tanta passione: parla un ex pilota
Marco Colandrea ha commentato le prime sette gare stagionali della classe regina: «Mi diverto sempre e lo spettacolo è assicurato».
Nella sua carriera il 30enne sottocenerino ha preso parte al campionato di Moto2 nel 2012, anno in cui Marc Marquez è salito sul tetto del mondo. «Era già un predestinato».
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LUGANO - Marco Colandrea si è espresso a proposito del campionato di MotoGP dove sono finora state disputate 7 gare su 21, ovvero un terzo esatto della stagione.

Il 30enne ticinese – ex pilota di Moto2 – sta seguendo con grande interesse la classe regina, anche perché per la prima volta dopo tanto tempo sono diversi i piloti che stanno lottando per salire sul tetto del mondo. Conduce la classifica generale Jorge Martin (171 punti), davanti a Pecco Bagnaia (153), Marc Marquez (136), Enea Bastianini (114), Pedro Acosta (101) e Maverick Viñales (100). «Stiamo assistendo a un campionato molto avvincente e sono dell'idea che sia sempre Bagnaia l'uomo da battere», ha analizzato Colandrea. «Non solo perché ha vinto gli ultimi due Mondiali, ma anche perché ha dimostrato di essere il pilota più equilibrato nelle qualifiche, in gara e nella Sprint Race. Oltre a questo ha una grande fiducia nei propri mezzi e – nonostante qualche piccolo errore – le sue prestazioni migliorano gradualmente. Dal canto suo Martin è molto pericoloso soprattutto sul giro secco, ma ha messo in evidenza un po' di discontinuità e in alcuni frangenti troppa foga. Guarda però tutti dall'alto della classifica e quindi per il momento ha ragione lui».

Cosa ne pensi di Marc Marquez? «All'inizio era un po' un'incognita, perché si è trasferito in Ducati dopo undici stagioni trascorse alla Honda ed era reduce da un infortunio gravissimo. Non è stato semplice per lui cambiare scuderia e riuscire a interpretare una moto completamente diversa pretendendo subito i migliori risultati, ma è in netta crescita e sta iniziando ad avere una confidenza totale con la nuova realtà. Malgrado la sua “Rossa” sia inferiore rispetto a quelle dei suoi diretti rivali, si sta rendendo protagonista di un piccolo capolavoro. Riesce infatti a stare davanti insieme a loro ed è per questo motivo che è stato scelto per guidare una Ducati ufficiale nel 2025. L'anno prossimo prevedo una lotta intensa con Bagnaia perché se ad armi pari l'italiano dimostrerà di essere il più forte, si collocherebbe lui stesso nell'Olimpo dei campioni di questo sport».

L'avvento della Sprint Race del sabato ha vivacizzato la MotoGP... «Il campionato è diventato molto più interessante in seguito all'introduzione di questo nuovo formato e personalmente mi diverto sempre e lo spettacolo è assicurato. Malgrado vengano effettuati circa la metà dei giri rispetto a una gara normale, la Sprint Race ha tutte le dinamiche di una corsa tradizionale anche se il serbatoio contiene meno carburante e i piloti possono gestire meglio il consumo delle gomme. In questo contesto si sta distinguendo il giovane Acosta – all'esordio in MotoGP e già campione di Moto2 e Moto3 – poiché riesce a dare il meglio di sé in sella a una GasGas nel team Tech 3 (una KTM camuffata, con trattamento da ufficiale in un team non ufficiale), ma dal 2025 guiderà una “vera” KTM. Gli manca ancora un po' d'esperienza, ma sta dimostrando di essere un grandissimo pilota».

E la Ducati continua a migliorare, anche perché sulla griglia di partenza può vantare ben otto moto. «Più ne hai in pista e maggiori dati raccogli dai singoli piloti, che oltretutto hanno anche un modo diverso di guidare. In questo senso la scuderia italiana ha sicuramente un vantaggio rispetto per esempio alla Honda, che schiera invece solo quattro moto e che disputa un campionato a parte in fondo alla classifica. La “Rossa” è però più avanti nello sviluppo rispetto alla casa giapponese – rimasta indietro a causa della lunga assenza di Marquez – grazie soprattutto al lavoro svolto negli anni dall'ingegnere Luigi Dall'Igna e da Andrea Dovizioso, i quali sono riusciti a costruire un pacchetto vincente anche per le moto meno quotate. È incredibile come sia cambiata la situazione nel tempo, tant'è che a fine anno la Repsol chiuderà addirittura i rapporti con la Honda dopo una trentina d'anni di collaborazione. Nel 2027 ci sarà però un vero rimescolamento con il nuovo regolamento della MotoGP – dove la cilindrata diminuirà da 1000cc a 850cc – e le squadre attualmente in difficoltà avranno la possibilità di ridurre il gap».

Ricordiamo che nel 2011 Colandrea aveva disputato tre Gran Premi nella classe 125cc del motomondiale dopodiché l'anno seguente ha preso parte all'intero campionato di Moto2, nella stagione in cui Marc Marquez alzò le braccia al cielo. «All'epoca lo spagnolo era già un predestinato, aveva un talento incredibile e in seguito ha ampiamente soddisfatto le aspettative. In pista mi sono misurato anche con Andrea Iannone, Tom Lüthi, Scott Redding e Pol Espargaro, con quest'ultimo che era fortissimo. In quell'anno l'iberico si era infatti laureato vice campione, mentre nel 2013 è poi salito sul tetto del mondo di Moto2. Aveva un potenziale incredibile, ma alla fine non è mai esploso. La mia carriera? Avrei voluto disputare qualche stagione in più per prendere confidenza sia con la moto sia con i vari circuiti, di modo da poter maturare ma così non è stato. Il fatto di aver assaporato questo ambiente e di essere riuscito a partecipare a un campionato di Moto2, mi ha comunque permesso di realizzare un sogno che avevo fin da bambino. Sono soddisfatto. Il pilota da tenere d'occhio? Il colombiano David Alonso».

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