Pedro Acosta ha già lanciato un messaggio forte e chiaro: non ha voglia di perdere tempo
In KTM, dove prudenza e umiltà in effetti un po’ fanno difetto, avevano cominciato la stagione con l’ambizione di provare a essere l’anti-Ducati. Ed invece...
MATTIGHOFEN - Non vado in vacanza (e però, sia chiaro, non ci andate neanche voi!) perché… non ve lo siete meritati. Detta così fa un po’ ridere ma, in sintesi, è proprio quello che è accaduto all’indomani del GP di Germania, l’ennesimo fine settimana deludente e da archiviare il prima possibile per chi, invece, aveva cominciato la stagione con l’ambizione di provare a essere l’anti-Ducati.
Aveva fatto la voce grossa la KTM durante l’inverno, con gli austriaci (ai quali prudenza e umiltà in effetti un po’ fanno difetto) convinti che il buono fatto vedere da Brad Binder nel finale dello scorso Mondiale, quando il pilota sudafricano in più di una occasione era arrivato lì vicino a giocarsi la vittoria (e dimentichiamo poi Jack Miller, in testa a Valencia e poi maldestramente per terra nel giorno della festa di Francesco Bagnaia?), era semplicemente il succulento antipasto di quello che ci avrebbe regalato il 2024. Anche perché, dopo una stagione in Moto2 nella quale ha preso tutti a sberloni, in casa degli arancioni, seppure con i colori della GasGas, ecco arrivare la stella Pedro Acosta. Il nuovo Marc Marquez, come non solo in Spagna in molti si sono affrettati ad etichettare El Tiburon di Mazarron. E, in effetti, il figlio di un pescatore era andato subito così forte, terzo (grazie al ko all’ultimo giro di Maverick Viñales) in Portogallo e poi addirittura secondo ad Austin, prendendosi subito podi e titoli di giornali. Tanto da mandare dallo psicologo il povero Binder, bruscamente ridimensionato quanto a ego e aspettative. Insomma sembrava che per la KTM i momenti di gloria fossero dietro l’angolo, e invece un po’ alla volta ai risultati sono subentrate le lamentele, le gare anonime, una crisi crescente. Sfociata in Germania con l’annuncio del prossimo addio del dt Fabiano Sterlacchini, ex Ducati che in questi anni ha contribuito notevolmente alla crescita in competitività della RC16, e che porta in molti a chiedersi cosa stia succedendo.
Se lo è chiesto, evidentemente più preoccupato di tutti, anche Pedro Acosta, che sarà un rookie in MotoGP, ma che oltre al polso buono sta anche facendo di avere la personalità e gli attributi di Marquez. E così, con una presa di posizione che non aveva precedenti in MotoGP, la domenica del Sachsenring, mentre tutti i suoi colleghi parlavano delle vacanze dietro l’angolo, ha detto che no, lui no, le vacanze non le avrebbe fatte. O meglio, le sue le avrebbe trascorse a Mattighofen per cercare di capire cosa non sta funzionando. «Ho il biglietto di andata, non quello di ritorno», ha detto nel suo tono burbero e assertivo. Insomma, quella KTM che con lui sognava di spiccare il volo, all’improvviso si è fatta mettere sotto tutela dal ragazzo capace di vincere due Mondiali in tre stagioni e che, seppure ancora giovanissimo (ha compiuto 20 anni il 25 maggio), non ha voglia di perdere tempo. E che in poche parole ha lanciato un messaggio chiaro: o si cambia e si comincia a vincere, o i miei giorni qui sono a termine. E chissà se, in un clima così teso e pesante, Viñales, che ha lasciato l’Aprilia, ed Enea Bastianini, che in Aprilia avrebbe anche potuto andarci dopo essere stato scaricato dalla Ducati, sono ancora così felici di avere firmato con gli austriaci per il prossimo biennio.