Spiegato Hamilton (e pure Sainz)
Newey e quell’ostacolo rosso-Ferrari.
MARANELLO - La storia conta. In Formula 1, dove uno presuppone valga di più la tecnologia, la storia ha ancora un suo peso specifico importante. Prendete gli ultimi trasferimenti per capire meglio. All’inizio della stagione Lewis Hamilton ha deciso di andare a chiudere la carriera in Ferrari. Perché lo ha fatto? Per la storia della Scuderia e perché sa quanto pesi, anche per il pilota più vincente di sempre, poter aggiungere al curriculum dei successi con il Cavallino.
Lo aveva fatto anche Michael Schumacher, lo avrebbe molto probabilmente fatto anche Ayrton Senna. Scegliere la storia quando è la Ferrari a chiamare non è poi uno sforzo così grande, direte voi. Può essere, ma ad esempio Adrian Newey, uno che la leggenda della Rossa la conosce e la frequenta gareggiando spesso con delle Ferrari d’epoca, alla fine non è riuscito a far coincidere la sua vita con il mito rosso. Non approderà a Maranello dove avrebbe trovato un freno in Fred Vasseur. Il richiamo della storia non può far saltare proprio tutti gli ostacoli.
Ma se scegliere la Ferrari è facile, anche altre decisioni non sono impossibili. Quella di Carlos Sainz di ricominciare dalla Williams ha, per esempio, profonde radici nella storia di una squadra che non trionfa nel Mondiale dai tempi di Jacques Villeneuve, ma che prima aveva scritto pagine importanti vincendo 9 campionati Costruttori e 7 campionati Piloti.
Una storia che comincia con Clay Regazzoni nel 1979 e poi vede esultare Alan Jones, Nelson Piquet, Keke Rosberg, Damon Hill, Alain Prost, Nigel Mansell e, appunto, Jacques Villeneuve. Sainz, tradito dalla Ferrari e mai cercato dalla Red Bull, aveva diverse opzioni sul tavolo e alla fine ha scelto una scuderia che, pur avendo i motori Mercedes, non ha brillato negli ultimi anni. Nonostante i rapporti di papà Carlos con Audi, i suoi con Mattia Binotto che è diventato il responsabile di Audi Sauber, alla fine il 29enne ha scelto il richiamo della storia, che in Williams è tanto. Avrebbe potuto puntare sull’Audi Sauber, che sarà la grande novità del 2026, con la garanzia che la Casa di Ingolstadt dove arriva vince: lo ha fatto nei rally, nell’endurance e a Le Mans, nei raid.
Ma Carlos ha preferito il peso della Williams e il progetto di resurrezione nato dopo che la squadra è stata ceduta dalla figlia del grande Frank a un fondo. Studiate la storia. Anche quella degli sport può servire.