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FORMULA 1Piloti vulnerabili anche solo un decennio fa

08.10.24 - 15:13
Dagli incidenti del passato è arrivata la svolta
Imago
Piloti vulnerabili anche solo un decennio fa
Dagli incidenti del passato è arrivata la svolta
A tutta velocità verso la sicurezza.
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TORINO - L’autunno, stagione di transizione e riflessione, sembra portare con sé un velo di malinconia che tuttavia invita a un’introspezione profonda, specialmente per gli appassionati di Formula 1. Questo non è solo il periodo dell’anno in cui gli alberi si spogliano del loro fogliame, ma è anche un momento di memoria e riesame per un mondo che non può permettersi di ignorare le sue ombre: la sicurezza nell’automobilismo. Una tematica che, ahimè, è sempre attuale e di fondamentale importanza.

Negli anni, la Formula 1 ha compiuto progressi notevoli in materia di sicurezza, cercando di allontanarsi dalle tragedie del passato. Tuttavia, in questo autunno, due eventi ci riportano a riflettere su quei momenti che hanno segnato la storia di questo sport. A Torino, la mostra “Ayrton Forever” si avvia alla sua conclusione, celebrando il ricordo di Ayrton Senna, un simbolo immortale dei motori. L’allestimento ha suscitato un interesse straordinario, culminando in un evento speciale che ha messo in risalto gli orologi che il campione brasiliano indossava nei suoi dieci anni di corse.

Contestualmente, ci ricordiamo che sono passati esattamente dieci anni dalla tragica scomparsa dell’ultimo pilota in pista: Jules Bianchi.

Il 2014 ci lascia un ricordo doloroso a Suzuka, dove un’incredibile serie di eventi portò alla collisione fatale del francese contro un carro attrezzi, fatto che fece riflettere il circus sull’urgenza di misure di sicurezza ancora più rigorose. Se quanto capitato a Senna, nel 1994, rappresentò un punto di svolta epocale, dal quale ci fu un potenziamento radicale dei vari protocolli, l’incidente di Bianchi spinse ancor di più la modernizzazione di queste norme.

Oggi, grazie all’intervento della FIA, la sicurezza in pista è stata migliorata significativamente attraverso numerose innovazioni. Abbiamo visto l’introduzione della Safety Car virtuale, progettata per limitare i pericoli durante le competizioni. Le scocche delle vetture ora devono superare crash test molto severi, garantendo una maggiore resistenza agli impatti. I caschi hanno poi modificato il loro design, integrando le più recenti tecnologie di sicurezza. Ma forse l’innovazione più visibile e rivoluzionaria è stata l’introduzione dell’Halo, una struttura in titanio che protegge la testa dei piloti da eventuali detriti o collisioni dirette.

Oggi è rassicurante osservare come queste misure abbiano cambiato la percezione della sicurezza, offrendo ai piloti una protezione mai vista prima. Eppure, osservando alla luce di questi progressi il passato della F1, ci rendiamo conto di quanto vulnerabili fossero i piloti di solo un decennio fa. Quei veicoli, ora apparentemente rudimentali, ci provocano un brivido lungo la schiena, ricordandoci quanto fosse insita la pericolosità in un mondo dove la passione e il rischio correvano sullo stesso filo. Sottile e drammaticamente intrecciato.

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COMMENTI
 

Pensa 1 mese fa su tio
Ma che giornalismo è!!! In tutti gli sport (e altro ) c’è stato una evoluzioni!!! Il Progresso avanza da solo…

F/A-19 1 mese fa su tio
Risposta a Pensa
In tante parti del mondo il progresso non esiste proprio, è l’uomo curioso e proattivo che crea evoluzione e progresso, da solo si muove solo il nostro sistema solare.
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