Andrea Iannone aveva ancora un sogno nel cassetto. Adesso che lo ha aperto è felice come un bambino il giorno di Natale
Sarà in pista a Sepang dopo aver risposto in modo quasi istintivo alla chiamata di Valentino Rossi e della VR46.
SEPANG - Il sogno e la pazzia. Il sogno che spinge l’uomo a cercare sempre nuovi traguardi, ad affrontare sfide inedite, a spingersi sulla cima della montagna per vedere cosa si nasconde dietro, trascinato solo dalla passione. La pazzia di chi non pensa a quello che potrebbe perdere, agli ostacoli magari insormontabili, ma si concentra solo sull’adrenalina del momento, l’impresa capace di spostare l’asticella ancora un po’ più in là, la paura di un rischio forse esagerato nascosta in un anfratto della mente. C’è tutto questo nella presenza di Andrea Iannone a Sepang, il ritorno a cinque anni dall’ultima volta su una MotoGP, dopo quattro lunghi anni di stop per doping nei quali non ha mai pensato di arrendersi. “Non c’è stato mai un giorno in cui io non mi sia sentito un pilota di moto” aveva ripetuto per tutti quegli anni Andrea, ogni volta che si presentava a vedere una gara, o quando saliva su una moto di serie per fare qualche giro di pista.
Che pilota lo sia rimasto lo si è visto quest’anno nel Mondiale Superbike, dove con la Ducati del Team Go Eleven è salito subito sul podio, e ha anche vinto una delle due gare di Aragon. Però una cosa è la Panigale V4R, moto da corsa ma dall’anima stradale, un’altra è essere gettato da un momento all’altro nella mischia di una gara di MotoGP, su una moto mai provata neppure per un metro in un test privato, con gomme completamente sconosciute (le Michelin invece delle Pirelli), con un’elettronica estremamente evoluta e aiuti tecnici come gli abbassatori che non ha mai visto se non dalla televisione. E, quindi, se il sogno già rivelato di The Maniac era quello di chiedere un giorno a Gigi Dall’Igna, il Direttore Generale di Ducati Corse, di provare la Desmosedici per rispolverare emozioni antiche, la pazzia (sportiva) è quella di avere detto di sì in modo quasi istintivo alla chiamata di Valentino Rossi e della VR46 per prendere il posto di Fabio Di Giannantonio, costretto a fermarsi per l’operazione alla spalla sinistra.
Se il talento di Iannone non si discute, se audacia e strafottenza fanno parte del personaggio, a suo agio sia con la tuta da pilota come sotto i flash dei paparazzi al fianco delle sue fidanzate da jet set, Belen Rodriguez prima, la cantante Elodie adesso, per la complessità che ha raggiunto la MotoGP di oggi, diventa quasi impossibile pensare che l’abruzzese possa contenere il distacco dai migliori in meno di un paio di secondi al giro, impegnato in una gara a sé tanto per godersela. O forse no. Perché, allo stesso tempo, se c’è uno che potrebbe farcela col suo istinto feroce e battagliero, è proprio lui. Il pilota un po’ pazzo che aveva ancora un sogno nel cassetto. E adesso che lo ha aperto è felice come un bambino il giorno di Natale.