E adesso tutti al simulatore per preparare il prossimo GP del Giappone
Il lavoro nelle factory non si ferma mai.
SHANGHAI - Si sono spente le luci sul GP di Cina e, come sempre, subito si è scatenato il dibattito tra appassionati ed esperti da divano, chiamati anche youtuber del motorsport. Il colpo di scena al termine del GP ha lasciato a dir poco esterrefatti: ma com'è possibile che in una F1 dominata dalla tecnologia e da ingegneri preparati possano accadere fatti simili? Sono proprio queste le variabili che non si possono prevedere.
Ma si va in vacanza nel frattempo? Assolutamente no. Si riparte subito con un’intensa fase di test al simulatore, essenziale per ottimizzare la prestazione in pista. Dunque tutti al lavoro, nelle factory team e piloti continuano a spingere al massimo in preparazione del prossimo appuntamento in calendario: il Gran Premio del Giappone, in programma domenica 6 aprile sul mitico circuito di Suzuka, epico per le sfide Senna e Prost.
Ma come funziona il lavoro nelle factory? Durante ogni GP c’è un altro team, quello che opera, che gioca un ruolo cruciale. Si tratta di circa 25 persone che, in una sala insonorizzata piena di monitor e computer, analizzano in tempo reale i dati della simulazione e li confrontano con la realtà della pista. Questo permette di comunicare con il muretto box per eventuali correzioni strategiche durante la gara.
Ma torniamo ai simulatori, strumenti ormai essenziali per lo sviluppo e la preparazione. Nel corso degli anni sono diventati sempre più sofisticati. Il cuore del sistema è un cockpit montato su sei attuatori – le cosiddette “zampe” – che riproducono fedelmente i movimenti della vettura. Mentre guida, il pilota può subire spostamenti fino a sei metri all’interno di una stanza di 9.5 x 9.5 metri, vivendo una sensazione di guida incredibilmente realistica.
Per rendere la simulazione il più possibile fedele alla realtà, vengono inseriti tutti i dati dell’auto: setup, mappature, informazioni della galleria del vento e molto altro. Il tutto è stato reso necessario dalle regole imposte dal Budget Cap, che hanno drasticamente ridotto le sessioni di test in pista. Il prezzo di questa tecnologia? Oltre dieci milioni di euro. Un investimento enorme, ma fondamentale per garantire la competitività delle vetture.
Nonostante la precisione e l’enorme quantità di dati analizzati, la pista conserva però sempre la sua imprevedibilità: vedi la squalifica delle Ferrari in Cina, un incidente, un cambiamento meteorologico improvviso possono mandare all’aria ore di simulazione. Ecco perché ogni dettaglio deve essere studiato alla perfezione. Da oggi alla settimana del GP di Suzuka, i simulatori delle varie squadre lavoreranno dunque a pieno regime. Ai piloti saranno concessi un paio di giorni di riposo per ricaricare le batterie, ma la macchina della Formula 1 non si ferma mai.
Anche noi ne approfittiamo, non per ricaricarci, ma per pigiare forte sul gas… sempre. Alla prossima.