Seba Reuille e i racconti dallo spogliatoio: «Trovai dieci chiamate perse da Andy Näser»
«Io e Flavien Conne chiudemmo praticamente il locale. Rimanenno solo noi».
LUGANO - Milletrentacinque match ufficiali in National League, tra regular season e playoff, sono un’enormità. Una vita intera dedicata all’hockey, contando poi pure gli anni trascorsi da direttore sportivo dei Rockets. Una vita fatta di emozioni, trionfi, cadute, gioie e dolori. E aneddoti. Come quelli di cui è piena la valigia di Sébastien Reuille. Una valigia che, ora che disco e ghiaccio li guarda da fuori, il 42enne ha aperto per noi.
«Cominciamo da uno riguardante il titolo del 2006 - ha raccontato l’ex attaccante - dalla festa che abbiamo fatto dopo il trionfo. L’ultima delle serate dedicate alle celebrazioni, con la squadra andammo al Casablanca, quello vicino a Villa Sassa, lo ricordate?».
L’ultima di quante serate?
«Non tantissime. Quattro o cinque. Bene, in quell’occasione ci divertimmo a lungo e, alla fine, io e Flavien Conne chiudemmo praticamente il locale. Rimanenno solo noi. Noi e la coppa. Il problema sorse a quel punto, dove avremmo dovuto metterla?».
Portarla a casa?
«Sì, ma non fu facile. Flavien si tirò subito indietro. “Io sono in scooter”. Allora toccò a me. Ma all’epoca avevo una vecchia Mini Cooper, una macchina piccolissima. Dovetti abbassare il finestrino e far entrare il trofeo da lì. Guidai fino a casa con mezza coppa fuori dall’abitacolo».
E arrivaste sani e salvi.
«Andò tutto benissimo, ma non tutti lo sapevano. La mattina seguente, quando mi svegliai, trovai infatti una decina di chiamate perse sul telefono».
Tutti preoccupati per te?
«Macché, era Andy Näser, che all’epoca era assistente capitano: era preoccupato per la coppa. Mi disse: “Seba, che casino, l’abbiamo persa, ce l’hanno rubata”. Io risi e lo tranquillizzai: “No, ce l’ho io, è qui accanto al mio letto”».