Paul "Gazza" Gascoigne è stato uno dei grandi talenti del calcio inglese. Eccessi e dipendenze ne hanno segnato la vita e la carriera
«Era il migliore della sua epoca, una boccata d'aria fresca perché giocava col sorriso», dirà Sir Alex Ferguson. Alla Lazio lavorò con Zoff: «Paul è il giocatore che più mi ha colpito. Mi ha dato gioie ma anche sofferenze, soprattutto per come ha vissuto in alcuni momenti».
BOURNEMOUTH - 12 dicembre 1863. 160 anni fa in Norvegia, nella ridente Ådalsbruk, nasceva Edvard Munch. Artista, visionario, autore de “L’Urlo”, tra i più famosi dipinti al mondo. Capolavoro dal valore stimato in 120 milioni di dollari, opera controversa che fino al 2021 portava con sé anche un mistero, ovvero l’origine di una piccola scritta a matita nell’angolo in alto a sinistra. Questo quadro «Può essere stato dipinto solo da un pazzo». L’autore? Non un audace denigratore dell’opera, bensì lo stesso Munch, colpito dalle critiche (e le insinuazioni sulla sua salute mentale) dopo la prima esposizione della tela. Un folle? Non sta certo a noi giudicare. In tanti però hanno etichettato con lo stesso aggettivo il nostro personaggio, perché sì, al di là delle ricorrenze, siamo qui a parlarvi di sport. L’Indimenticabile di oggi risponde al nome di Paul “Gazza” Gascoigne, tra i giocatori più geniali e soprattutto senza regole che abbiano mai solcato un campo da calcio.
Le origini
Nato a Gateshead nel 1967, di origini molto umili, il turbolento Paul John Gascoigne - nomi scelti dai genitori in omaggio di Paul McCartney e John Lennon - trova nel calcio una valvola di sfogo ed entra nelle giovanili del Newcastle nel 1980 (primo contratto nel 1983). Il pallone lo aiuta a “scappare” da richiami pericolosi come il gioco - stava per sviluppare una dipendenza - e i furtarelli per alimentare proprio questo vizio. Capisce presto che il suo talento può fargli guadagnare cifre importanti e soprattutto aiutare la sua famiglia. Il calcio, come “terapia”, lo aiuta anche a non pensare a due tragedie che lo hanno segnato in giovane età (due lutti).
Primi club
Da molti è ritenuto come il calciatore inglese di maggior talento della sua generazione. Gascoigne era un centrocampista offensivo con ottime qualità e visione di gioco. Dopo le prime stagioni al Newcastle (dove è stato anche giocatore dell'anno nel 1987/88), passa al Tottenham. Con gli Spurs ha vinto la FA Cup nel 1991. Nell’estate del 1992 sbarca in Italia e firma con la Lazio, dove suscita anche qualche perplessità per le sue condizioni fisiche e la sua etichetta da ribelle, diciamo pure “bad boy” all’ennesima potenza. “Gag”, carattere da guascone, notti brave. Tutto rispettato. Celebre ad esempio lo scherzo a Zoff in una trasferta Roma-Firenze. Sul pullman Paul si sedette al fianco del mister - sonnecchiante - salvo poi spogliarsi completamente sfruttando il buio di una galleria. Facile immaginare la faccia del tecnico all’uscita del tunnel, quando si rese conto dell’accaduto. In campo tre stagioni e sei reti, ma la prima - nel derby con la Roma - bastò per farlo subito entrare nel cuore di molti. «Gascoigne fu il calciatore che più di tutti mi colpì - dirà di lui proprio Dino Zoff - Ricordo tutte le volte che mi ha fatto soffrire e anche tutte quelle che mi ha fatto gioire. Sono state di più quelle in cui mi ha causato sofferenza. Soprattutto per come in alcuni momenti ha vissuto la sua vita. Era un ragazzo adorabile, un tale cuore… Ma un ragazzo turbato. Una volta ha mangiato un gelato a colazione e bevuto birra a pranzo… Come giocatore? Oh, bellissimo».
Trionfi in Scozia
Dopo il periodo alla Lazio ecco i Glasgow Rangers, dove ha avuto successo e un grande impatto (1995-98). Due campionati vinti e una coppa nazionale. Abbastanza per entrare nel 2006 nella Hall of Fame del club. Tuttavia, soprattutto dalla seconda stagione, iniziarono ad aumentare le preoccupazioni legate al suo abuso di alcol (nel 1998 il primo breve ricovero in una clinica). Lasciati i Rangers, tra un infortunio e l’altro, due parentesi al Middlesbrough e all’Everton, poi il viale del tramonto con avventure al Burnley e in Cina (Gansu Tianma). «Qui mi diverto e ho già provato di tutto. Testa d’anatra, testa di gallina, zampe di gallina, pipistrelli… Di questo passo, presto mi cresceranno le ali e potrò volare», scherzò “Gazza” sollecitato sulla sua esperienza cinese.
Nazionale
Con i Tre Leoni ha totalizzato 57 presenze (10 gol). Fu tra i grandi protagonisti a Italia ‘90, con l’Inghilterra sconfitta in semifinale dalla Germania Ovest. «Nel suo periodo migliore era tra i calciatori più forti al mondo. Sul campo “scivolava” con la palla, diventava quasi intoccabile per gli avversari», dirà Brian Laudrup, campione d’Europa con la Danimarca nel 1992 e suo compagno ai Rangers. Anche con la Nazionale non mancano gli aneddoti e le polemiche, come lo “scandalo” prima di Euro ‘96. Alcuni giocatori della nazionale vennero beccati a far festa in un pub, impegnati a giocare alla “dentist’s chair”, la sedia del dentista, in cui il “paziente” beveva rimanendo immobile su una sedia inclinata. Tabloid scatenati e giocatori sotto accusa. Gascoigne però rispose sul campo. Contro la Scozia segnò un gran gol esultando - insieme a Shearer, McManaman e Radknapp - mimando proprio la sedia del dentista… Una scena iconica.
In campo e fuori
Campo ed “extra campo” - fattore per lui estremamente limitante - sono un tutt'uno quando si parla di Gascoigne, genio e sregolatezza. Per rendere l’idea Sean Seymour, presidente del Newcastle, lo descrisse come un “George Best senza cervello”. La sua epopea è stata segnata da alcol, droga, dipendenze e disavventure legali. L'ex calciatore è stato sposato con l’autrice e figura televisiva Sheryl Failes dal 1996 al 1998. Quest’ultima aveva già due figli, Bianca e Mason (nati da una precedente relazione), che Gascoigne ha adottato. Paul ha però anche un altro figlio, Reagan, nato nel 1996.
Insomma "Gazza" non ha mai avuto una vita facile e nel suo percorso se l’è complicata notevolmente. L’alcol è un “incubo” che lo ha segnato e ha più volte messo a serio rischio la sua vita. Nel post carriera non si contano le riabilitazioni anche negli USA e le volte che è finito sui tabloid, contro i quali ha anche vinto una causa legale per violazione della privacy (aveva subito intercettazioni telefoniche).
«Non nutro imbarazzo per le cose che ho fatto e non ho nulla da nascondere. Indipendentemente da qualunque cosa accada, d’ora in poi, penso di aver fatto abbastanza bene in relazione a quello che ho dovuto affrontare», ha spiegato lo stesso Gascoigne. Negli ultimi anni ha partecipato ad alcuni reality e sembra aver domato per davvero i suoi demoni peggiori anche grazie a un intervento chirurgico allo stomaco. «Ho avuto esperienze di pre-morte, subito operazioni, sono stato in coma per 18 giorni. La gente continua a dirmi: “Hai più vite di un gatto”. Oggi non ho paura di niente considerando tutto quello che ho passato nel corso della mia vita», parola di "Gazza", da sempre genio e sregolatezza.