Nicolas Hauzaree ha raccontato alcuni aneddoti che hanno caratterizzato il suo percorso sportivo: «Reputo l'hockey una scuola di vita».
Il 40enne, con origini mauriziane, ha militato in tutte le categorie del settore giovanile del Losanna.
LOSANNA - Nicolas Hauzaree è forse stato il primo rappresentante delle Isole Mauritius a calcare le piste svizzere di hockey su ghiaccio.
Il 40enne è cresciuto nel settore giovanile del Losanna, con cui ha fatto tutta la trafila fino alla U20 Elit, dopodiché ha militato per più di 15 anni nelle Leghe minori, fra Renens, Prilly e Royal Lausanne. Nonostante l'età, Hauzaree non ha però intenzione di appendere i pattini al chiodo e attualmente gioca nella League Lausannoise – quella che in Ticino potrebbe essere definita la Lega dei Bar, una sorta di Quarta Divisione – dove difenderà i colori del Montchoisi. «Malgrado il livello sia relativamente basso trovo che sia un ottimo modo per continuare a vivere la passione che ho sempre nutrito per questo sport e nello stesso tempo ho la possibilità di divertirmi insieme ai miei compagni di squadra», sono state le sue parole. «Per fortuna non ci sono più i body-check, ma devo ammettere che i momenti di competizione non mancano».
Nella storia dell'hockey non si sono visti molti mauriziani giostrare sul ghiaccio... «Ho iniziato a giocare all'età di sei anni e mi sono subito innamorato di questo sport. Mio padre proviene dalle Mauritius mentre mia madre è svizzera tedesca, per cui sono un miscuglio. Una parte della mia famiglia vive ancora sull'isola, così nel corso degli anni ho avuto la fortuna di recarmi diverse volte nel Paese situato sulle rive dell'Oceano Indiano e di conoscere le mie origini. Lo ritengo un luogo straordinario e all'avanguardia, in cui la flora e la fauna sono uniche e speciali. Ciò che amo di più è che nonostante il grande mix di culture, religioni ed etnie presenti sull'isola, le persone non si ostacolano e sono in grado di convivere serene una di fianco all'altra. È un popolo cordiale che si esprime fluentemente in francese, inglese e creolo. Considero anche la cucina interessante, dato che è influenzata da diversi stili, fra i quali indiano, africano, asiatico ed europeo. Vale la pena andarci una volta nella vita».
Nella sua carriera hockeistica Hauzaree ha avuto la possibilità di condividere lo spogliatoio e di sfidare giocatori che sono poi diventati dei professionisti. «Ho iniziato nel Losanna insieme a Michael Ngoy che ha poi concluso la sua carriera ad Ambrì. Già da bambino si capiva che sarebbe arrivato lontano, aveva una grande attitudine e una leadership importante. Era anche un ragazzo molto intelligente, poiché in parallelo alla carriera sportiva aveva anche terminato gli studi all'università. Viste le nostre radici, avevamo indubbiamente qualche caratteristica in comune. L'avversario più forte contro cui mi sono misurato a livello giovanile è invece stato Andres Ambühl, un giocatore davvero fortissimo e in grado di fare costantemente la differenza. Una volta in occasione di una gara contro il Davos stavamo vincendo 5-1 dopo due tempi e alla fine abbiamo perso 6-5, con quattro reti e un assist proprio di Ambühl. Era incredibile».
E anche tuo figlio Nelson Ernesto di sei anni è sceso per la prima volta sul ghiaccio. «L'ho messo sui pattini e ha recentemente fatto i suoi primi allenamenti con L'Academy del Losanna. È stato emozionante, ma per il momento è ancora piccolo e solo il tempo ci dirà se gli avrò tramandato la mia stessa passione. Reputo in ogni caso l'hockey su ghiaccio una scuola di vita, dove ho imparato dei grandi valori che mi hanno arricchito anche nel mondo professionale. Nel mio lavoro, dove ricopro la mansione di “Product Manager” presso Migros Online, utilizzo per esempio ogni giorno le strategie imparate nel corso dei miei anni sportivi. Sono inoltre dell'idea che spirito di squadra, dialogo, rispetto e sacrificio per un obiettivo comune siano gli ingredienti di base per avere successo in un gruppo».
Che squadra tifi? «Oltre al Losanna sono sempre stato un grande sostenitore del Lugano, fin dai tempi di Jörg Eberle e Fredy Lüthi. Dei ticinesi mi è sempre piaciuto tutto, dai colori della maglia allo stemma della squadra, fino ad arrivare ai giocatori. Il club ha una grande storia ed era un onore quando da ragazzo sfidavo i bianconeri alla Resega».