Marzio Nogueira ha sempre adorato i colori bianconeri: «La squadra è decisamente in crescita. I miei giocatori preferiti? Joly e Morini».
Il 42enne: «Coach Gianinazzi è giovane e sta dimostrando di meritarsi il posto in panchina. Sono fiducioso in vista del futuro prossimo».
LUGANO - Giocatori, allenatori e dirigenti contano tantissimo, ma la vera ricchezza di un club sono i fans e tutti i suoi sostenitori, come Marzio Nogueira di Pregassona. Il 42enne - che lavora nel campo della ristorazione - è sempre stato un grande tifoso del Lugano e in passato ha frequentato per diversi anni l'ambiente della Curva Nord.
Qual è la cosa più pazza che hai fatto per la tua squadra del cuore? «Sono sempre stato un grande sostenitore bianconero, tant'è che ho iniziato a seguire la squadra con costanza dal vivo - anche in trasferta - a partire dalla metà degli anni '90, per circa un ventennio. In seguito mi sono trasferito in Portogallo e per un certo periodo ho di conseguenza avuto la possibilità di guardare le partite del Lugano soltanto alla televisione, ma ero stufo di vederle da casa. Nel 2016 i bianconeri erano poi impegnati in Finlandia, nel match valido per la fase a gironi di Champions Hockey League - contro il Tappara Tampere - nella settimana che coincideva con il mio compleanno. Ho così deciso di organizzare insieme ai miei amici ticinesi, con i quali ho sempre guardato le partite, una bella trasferta di qualche giorno a Helsinki, per rivivere le emozioni che non provavo più da diverso tempo. La combinazione compleanno, rivedere gli amici e guardare una partita del Lugano dal vivo mi ha talmente galvanizzato, che non vedevo l'ora di rivedere i miei compagni. Così, invece di volare direttamente in Finlandia, ho preferito raggiungerli a metà strada, visto che il loro volo faceva scalo in Olanda. Era stata una decisione presa all'ultimo momento e quindi per far combaciare tutto ho dovuto spendere 150 franchi in più rispetto al prezzo normale e un viaggio in aereo di quattro ore si è trasformato in un'odissea di 24 ore, dove da Porto a Helsinki mi sono anche dovuto sorbire due scali. Sono stati dei giorni intensi e mi sono divertito tantissimo, ma con il senno di poi non rifarei mai più una cosa del genere. È stato un viaggio estenuante, soprattutto il ritorno».
C’è un giocatore che ruberesti - o del passato avresti rubato - ai cugini? «Sono sempre stato affascinato dai giocatori russi che ha avuto l'Ambrì, sul ghiaccio erano imprendibili. Mi vengono in mente Leonov, Malkov, Kvartalnov, Chibirev e Petrov, ma il giocatore che avrei sottratto a quei tempi ai biancoblù era Pauli Jaks, un portiere fortissimo».
Come valuti il momento della squadra? «A parte qualche brutto infortunio che ha colpito il gruppo bianconero, la classifica quest'anno può parlare da sola. La squadra è decisamente in crescita e sono curioso di vedere, avversari permettendo, cosa succederà nei playoff. L'importante sarà cercare di evitare quei periodi di piccoli blackout che ogni tanto caratterizzano il percorso della truppa di Gianinazzi. I giocatori che preferisco? Mi piace molto Morini, che è purtroppo incappato in un brutto ferimento e gli auguro di riprendersi presto. Oltre a lui stravedo per Joly, un acquisto davvero azzeccato».
Cosa pensi della società? «Ha sempre avuto grandi ambizioni di vittoria e la piazza è calda, bisogna assolutamente tornare sul tetto svizzero. Sono dell'idea che la società abbia fatto molti sforzi sul mercato, migliorando la rosa rispetto alla scorsa stagione. Per il resto non sono più un frequentatore della pista anche perché nel corso degli anni è cambiata in generale la mentalità di tutti i club, che non pensano più soltanto al bene della squadra, bensì a tutto ciò che ruota intorno. Una volta si lottava per la maglia e alla pista c'era uno spirito diverso, adesso è invece diventato troppo un business per i miei gusti. Guardo comunque tutte le partite del Lugano alla televisione».
Cosa pensi dell’allenatore? «Nonostante sia molto giovane e con poca esperienza sta dimostrando di meritarsi il posto in panchina. Ha iniziato a dare una certa identità alla sua creatura e sono fiducioso in vista del futuro prossimo. È inoltre circondato da uno staff tecnico competente che lo sostiene al massimo. In questo momento sono dell'idea che sia giusto puntare su di lui».
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